Attualità

Il pasticcio del diritto di proprietà

di Antonella Calcagni

Il problema è annoso e riguarda circa 35 condomini di cooperative edilizie per un totale di circa mille persone.

Si tratta della mancata trasformazione del diritto di superficie relativo ai terreni sui quali sorge il palazzo, da parte del comune, in diritto di proprietà dei singoli residenti.

Un cambio che peraltro porterebbe nelle casse del Comune dell’Aquila circa 10 milioni di euro. Si tratta di una situazione che si trascina dagli anni ‘50 attraversando tutte le giunte degli ultimi decenni.

Una crociata portata avanti da Angelo Mancini (Idv-L’aquila Oggi) che torna alla carica. Il consigliere ricorda che ci sono due tipologie di cittadini beffati: coloro che costruirono su terreni di proprietà del Comune ricevendo in cambio il diritto di superficie (la maggior parte) e coloro che invece erano proprietari dei terreni, li cedettero al comune ricevendo in cambio il diritto di superficie.

Per questa tipologia è molto più complicato dimostrare che all’epoca i cittadini pagarono i terreni e che ora dunque non dovrebbero pagarli di nuovo.

«Un parere dell’avvocato Torrelli nel ’99 stabilì che i cittadini non avrebbero dovuto pagare di nuovo – spiega Mancini - In quell’occasione però furono sistemate solo alcune pratiche, lasciando irrisolto il problema per tutti gli altri».

Alla base del pasticcio ci sarebbe anche un conflitto di competenza, spiega Macini fra settori urbanistica e patrimonio. Le pratiche sono sempre state in capo all’urbanistica, ma in realtà la competenza è del settore patrimonio. Basterebbe fare delle semplici fotocopie per esaminare tutte le pratiche e mettere fine alla vicenda.

Il terremoto ha ingarbugliato ancor più la matassa alla luce del fatto che chi ha demolito e ricostruito o chiesto abitazione equivalente non si è visto computare nel contributo il valore della proprietà del terreno.