Attualità

Cialente: «Fate a L’Aquila il Grande Fratello»

«Ho una proposta per le tv nazionali: venite a fare il 'Grande Fratello' all'Aquila, così l'Italia potrà capire cosa sia il dramma del terremoto. E visto che stiamo all'Aquila, suggerisco anche il titolo della trasmissione, la traduzione in dialetto aquilano, ossia 'Ju grande quatrano'". Così il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente lancia la sua ennesima 'provocazione' nel giorno in cui il Cipe ha sbloccato 545 milioni di euro per la ricostruzione privata post terremoto del 6 aprile 2009.

«Quei soldi sbloccati oggi dal Cipe - ha proseguito Cialente - sono il risultato delle mie proteste della bandiera tricolore e della fascia da sindaco e fanno parte di quei famosi 1,2 miliardi chiesti a suo tempo».

Nella seduta del Consiglio comunale di oggi il sindaco è poi tornato sulle sue dimissioni e sulla nomina a vice sindaco dell'ex capo della Procura di Pescara Nicola Trifuoggi. Cialente ha detto «sono rimasto perché me lo ha chiesto la città, in caso contrario avrei confermato le mie dimissioni. Quanto a Trifuoggi vedo un impatto molto positivo: ci sono molte persone che vogliono parlare con lui - rivela Cialente - ha iniziato a lavorare su una vicenda molto complessa con tante criticità, ma mi sembra chiaro che L'Aquila ha molta fiducia in lui».

Il sindaco Massimo Cialente ha inoltre rivelato che il prossimo 14 febbraio sarà a Roma dal ministro Saccomanni per parlare del «miliardo di euro di cui ha parlato il ministro Trigilia in Parlamento e che serve per la nostra ricostruzione».

«CAMPAGNA MEDIATICA DURISSIMA» - Cialente, in occasione del Consiglio comunale di oggi, ha ripercorso la vicenda relativa alle sue dimissioni e al successivo ritiro delle stesse.

«Proprio mentre il Comune era impegnato - ha dichiarato - in una battaglia per ottenerere i fondi, ai primi di gennaio, a seguito di un'indagine che vede coinvolto il vice sindaco, raggiunto da avviso di garanzia e subito dimessosi, si è scatenata una campagna mediatica durissima. A questo punto il ministro Trigilia, con delega alla Ricostruzione, dichiara alla stampa che non accetterà più richieste di finanziamenti dal Comune e dal sindaco dell'Aquila. Vi è stato quindi un attacco durissimo, da parte della stampa, contro la mia persona e la mia famiglia. Mi sono dimesso pensando che, se avessi lasciato che tutto si scaricasse su di me, la città sarebbe stata risparmiata. Gli attacchi, invece, si sono intensificati, sulla stampa e sulle televisioni nazionali. In particolare, colpisce l'attacco del Sole24ore, sia per i contenuti dell'articolo, infamanti rispetto a una città che non lo merita e che viene tacciata di essere mafiosa, sia per le accuse rivolte al magistrato che è stato protagonista delle principali inchieste sul terremoto, in particolare quella sulla Commissione Grandi Rischi. A questo punto ho capito che il mio gesto era stato inutile».

«La città, infatti, era ancora più esposta - ha argomentato Cialente - Ho sentito il dovere di riprendere il mio posto a guida e tutela della città. Occorreva, però, una figura autorevole, che tutelasse, agli occhi della città e del Paese, l'immagine della città rispetto agli attacchi e ai sospetti di cui era stata artatamente fatta oggetto. Ora bisogna lavorare per far arrivare alla Nazione un messaggio che riporti un'informazione corretta e realistica. Per questa ragione è stato scelto nel ruolo di vice sindaco un ex magistrato autorevole come Nicola Trifuoggi. Dopo aver ritirato le dimissioni ho sentito l'esigenza di incontrare tutta la società civile. C'è stata una perfetta convergenza sui programmi e sui propositi, a cominciare da quello di aumentare le regole, di avere un testo normativo unico e coordinato. A questo proposito, finalmente, il 14 febbraio, alle ore 16, avremo un incontro con il ministro dell'Economia Saccomanni. Chiederemo, tra le altre cose, di chiarire la vicenda delle tasse e quella della zona franca».

«Ritengo - ha concluso il sindaco - che sia scattato un allarme che non va sottovalutato, al contrario va seguito con molta attenzione. Quello che occorre ora è un patto fra le istituzioni. Nessuno può pensare di intraprendere iniziative per conto proprio. Solo insieme potremo lavorare per la città in maniera concreta ed efficace».

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