Politica

Dimissioni Cialente, boomerang o strike?

di Antonella Calcagni

Con un solo colpo Cialente potrebbe fare “strike”, spazzando via tutta la classe dirigente del suo partito e della coalizione di centrosinistra, regalando L’Aquila al centro destra o alle liste civiche, su un piatto d’argento. Forse è questo timore del Pd nazionale, più di tanti altri.

Ieri la folta delegazione locale dei Democrat - composta, fra gli altri, da Stefania Pezzopane, Giovanni Legnini, Giovanni Lolli, Stefano Albano e Mario Mazzetti - è stata accolta dall’inviato del segretario, Matteo Renzi: il responsabile Enti Locali del Partito, Stefano Bonaccini. «Da quest’ultimo è giunta la piena solidarietà di tutta la direzione del partito – ha riferito la senatrice Pezzopane – ha raccolto, inoltre, le nostre critiche all’operato del ministro Trigilia. Ora c’è l’impegno da parte di Bonaccini di riportare al governo, al Premier Letta e al ministro Saccomanni le questioni aquilane, prima fra tutte la necessità di fondi ulteriori per la ricostruzione e una diversa organizzazione del governo per seguire le nostre vicende».

Approfittando del rimpasto imminente, il Pd locale ha chiesto di riportare la delega aquilana nelle mani della presidenza del Consiglio e quindi di Enrico Letta. L’incontro di quest’ultimo con il sindaco Massimo Cialente, fissato per oggi, prima dell’annuncio delle sue dimissioni, sarà rinviato anche alla luce del fatto che il premier è tornato ieri sera tardi dal Messico.

Fondamentale la partita del decreto in via di predisposizione dei capitali in fase di rientro dalla Svizzera; con quei soldi si potrà programmare la ricostruzione chiedendo un miliardo l’anno necessario.

«Oggi si è voluto dare il segno che il Pd nazionale vuole dedicare all’Aquila tutto il tempo che merita. Bonaccini ha espresso pieno sostegno a Cialente, al Pd aquilano e al centro sinistra – ha riferito il segretario Pd locale Stefano Albano – Abbiamo chiesto al nuovo Pd che il tema L’Aquila sia una priorità, per questa ragione abbiamo proposto che una persona della segreteria sia dedicata a questo compito».

Il governo dunque dovrà dare presto i primi segnali, mentre all’Aquila si lavora sodo per la manifestazione di venerdì che segnerà il giorno dell’orgoglio aquilano. «Abbiamo preferito non invitare big del partito nazionale – ha spiegato la Pezzopane - perché vogliamo che sia solo la città a mostrare la propria vicinanza al sindaco».

Giovanni Lolli si è sentito rinfrancato da questo primo incontro, confidando che le prime risposte arriveranno al governo con il rimpasto «del resto – ha spiegato - non possiamo essere seguiti da un ministero debole che non ce la fa». Lolli si è detto amareggiato per le conseguenze delle dimissioni di Cialente il relazione a grandi questioni in sospeso come il rilancio del Gran Sasso e l’arrivo di nuove aziende come Accord Phoenix. «Domani al Comune incontreremo le forze produttive alle 11», ha spiegato.

Nella lunga giornata politica tutte le forze del centrosinistra si sono concentrate sull’organizzazione della manifestazione di venerdì all’ombra dell’auditorium di Renzo Piano dalle 17.30 in poi. Si tratta di una vera prova del nove, non solo per il sindaco Cialente, ma per tutto il centro sinistra. Il sindaco sembra aver avuto una iniezione di fiducia dopo il proscioglimento dall’inchiesta sull’Accademia dell’Immagine e le grandi manovre per farlo tornare in municipio e forse da ieri comincia a vedere il bicchiere mezzo pieno. Teme però che dietro l’angolo possa trovare altre sgradite sorprese o tranelli.

In rete c’è stato già chi ieri ha profetizzato perfino un suo ritorno in sella se la manifestazione farà l’[i]en plein[/i], con tutta la città in piazza. Il sindaco avrebbe “[i]le phisique du role[/i]” per un gesto clamoroso di questo tipo, chissà. Tutto dipenderà dalla congiuntura astrale favorevole che passa per la revoca della delega di Trigilia, i fondi per L’Aquila e il sostegno della cittadinanza.

Il sindaco ieri ha incassato perfino la solidarietà del suo antagonista politico, Giorgio De Matteis che lo ha chiamato al telefono: il suo resta comunque un giudizio critico sull’operato del sindaco. «Il Pd pensava che la ricostruzione fosse una cosa propria o di un uomo solo al comando. Quello di Cialente è stato un gesto dignitoso, ma più volte lo abbiamo avvertito che la sua condotta avrebbe provocato un effetto boomerang».