Marsica

Letta: «Sisma insegna il culto della solidarietà»

«Solo con l'unità di intenti e con la collaborazione di tutte le forze in campo si va avanti nella ricostruzione dell'Aquila». Lo ha detto l'ex sottosegretario Gianni Letta ad Avezzano per la presentazione del comitato d'onore che il prossimo anno presiederà le cerimonie del centenario del sisma marsicano che nel 1915 provocò oltre 30mila vittime.

Letta, presidente del comitato, era sottosegretario del Governo Berlusconi nei mesi dell'emergenza terremoto Abruzzo 2009. «Io l'ho detto subito dopo il terremoto del 6 aprile che l'unità era importante - ha ricordato - e ho fatto di tutto per trovarla. I primi mesi abbiamo lavorato benissimo. Poi quest'armonia si è un po' dispersa ma io non ho mai rinunciato a chiedere e a far di tutto per ritrovarla».

I racconti della nonna Margherita hanno alimentato nell'animo dell'ex sottosegretario, Gianni Letta, allora bambino, il culto di «quella pagina bella che seguì a quella pagina tragica, la pagina bella della solidarietà. Da bambino i racconti, soprattutto quelli di nonna Margherita che il terremoto l'aveva vissuto, la madre di mia madre, hanno alimentato la fantasia, gli incubi, il terrore», riferisce Letta in occasione della commemorazione del 99/o anniversario del sisma che devastò la Marsica nel 1915.

«Perché quelli della mia generazione sono nati e cresciuti con i ricordi dei pochi sopravvissuti che raccontavano la tragedia di quel mattino. Alle 7.52 si era salvato soltanto chi era andato per esempio a messa, come mia nonna, e quindi era per strada e non in casa; ma a casa di mio padre per esempio, ad Aielli, si salvarono soltanto i figli maschi. Erano otto figli - prosegue - cinque maschi e tre femmine: i cinque maschi erano tutti fuori perché studiavano o a Tivoli o a Roma, e le donne, la madre e le tre sorelle sono tutte morte perché erano rimaste ad Aielli. Quindi sono nato, sono cresciuto con questi racconti: non sono ricordi per me, ma sono i ricordi di un racconto che hanno alimentato questo mito, questo culto, di quella pagina bella che seguì a quella pagina tragica, la pagina bella della solidarietà, della voglia di ricostruzione e di rinascita che ha dato la possibilità ad Avezzano di rinascere più bella e più forte di prima».

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