Cronaca

L’Ussorio e quella bella casa che valeva di più

A volte, le parole di un grande romanziere quale Leonardo Sciascia, possono tornare utili per tentare di racimolare quel poco che resta di un fatto di cronaca andato a male. ‘Tutti i nodi vengono al pettine; quando c’è il pettine’, disse colui. Ed in effetti, nella storia di malaffare che addossa alla signora Tiziana Ussorio, anche conosciuta come la cognata del sindaco Massimo Cialente, la triplicazione dei soldi spesi per acquistare una casa nel 2004, quindi nel periodo pre-sisma, il pettine c’è, eccome. Ed ha il nome di Fintecna.

Secondo la cronaca, la signora Ussorio, nel 2004, aveva acquistato un immobile in via Luigi Sturzo, pagandolo 180mila euro. La Banca di Credito cooperativo di Roma le ha concesso un mutuo di 130mila euro. La notte tragica del terremoto, ahinoi, la casa della signora Ussorio, è stata, tout court, completamente distrutta. Nel 2010, poi, la donna ha chiesto allo Stato di subentrare nel debito residuo e vende alla Fintecna l’immobile. Nel frattempo, però, era intervenuta una stima dell’Agenzia del territorio che avrebbe fissato a 163mila euro il valore della casa. La Fintecna, quindi, sulla base di ciò, versa 126mila euro alla Banca per estinguere il mutuo e altri 36mila euro alla signora in questione. Ed è qui che, come si suol dire, casca l’asino. Nonostante sia stata sostanzialmente risarcita della perdita, infatti, la Ussorio si presenta al Comune dell’Aquila e chiede un contributo per acquistare una nuova abitazione. Tasche rinfrescate di nuovi quattrini quindi, e una bella casa nuova che verrà.

La domanda risale al 30 giugno del 2011. Secondo i dati, il Comune le avrebbe concesso un contributo di ben 385mila euro, contraddicendo la prima valutazione dell’ex Ute. Per lo stesso immobile, dunque, la cognata del sindaco ha ottenuto prima il rimborso da parte di Fintecna, e poi il contributo da parte dell’amministrazione comunale. La signora però, sua sponte, decide di far ricorso al Tar Abruzzo poiché giudica errata la stima. Ergo, chiede la splendida cifra di 615mila euro.

Parecchi nodi da dipanare, quindi. Una delucidazione ci proviene proprio dall’avvocato del Comune, Domenico De Nardis che commenta: «Si premette che l' accesso, da parte della Ussorio, al contributo, inteso all' estinzione, mediante accollo alla Fintecna S.p.A., del mutuo, è avvenuto senza alcun intervento da parte del Comune. Identiche operazioni di accollo risultano essere state condotte dalla Fintecna per decine di casi analoghi, in casi estremi di emergenza».

«Presso il Comune, quindi, attraverso la cosiddetta filiera, Tiziana Ussorio ha presentato istanza per l' acquisto di un alloggio sostitutivo rispetto a quello, sito in via Luigi Sturzo. Tale istanza è stata istruita dalla cosidetta "filiera", mediante perizia di stima del Consorzio Cineas ,condotta, secondo la direttiva del Commissario Delegato per la Ricostruzione, in conformità ai valori pubblicati dall' OMI (Osservatorio Mercato Immobiliare), organismo dell' Agenzia delle Entrate, con riferimento all' ante-sisma. Il Comune ha, a quel punto, corrisposto alla Ussorio esattamente l' importo stimato per circa 1700 euro al metro quadrato da Cineas riferito ad unità immobiliare sita al di fuori del Centro Storico. Importo - sottolinea l’avvocato - sensibilmente inferiore rispetto alla valutazione in precedenza svolta dall' UTE per conto di Fintecna S.p.A.».

«Il Comune – continua - in conformità a una apposita deliberazione della Giunta Comunale, ha resistito alla domanda in maniera ferma. Il Tar, con sentenza numero 695/2012, ha ritenuto la propria incompetenza trattandosi di questione spettante al Tribunale Ordinario; l’Ussorio, quindi, ha avviato presso il Tribunale Civile dell' Aquila un nuovo giudizio, tuttora pendente, nel quale il Comune si è costituito a difesa del corretto operare degli uffici propri e dello Stato, negando seccamente la spettanza di qualsiasi ulteriore contributo o indennizzo. In nessun modo il riferito rapporto di affinità con il Sindaco Cialente ha determinato favoritismi o riguardi per la signora Ussorio, né in sede amministrativa, per quanto risulta dall' obiettivo esame dei fatti, né, tantomeno, in sede giudiziaria». Una storia che, nel mezzo degli ultimi accadimenti, presenta un certo ‘non so che’ di familiare.

[i]Fonte: Il Tempo[/i]