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Assemblea cittadina AQ: «Dimissioni subito»

Alla luce dei recenti arresti e dell’apertura delle indagini nei confronti dei funzionari ed ex assessori dell’amministrazione comunale, l’Assemblea cittadina dell’Aquila chiede le immediate dimissioni del Sindaco Massimo Cialente e dell’intera giunta.

«È inaccettabile - si legge in una nota - che la città debba vivere l’ennesima ignominia arrecata da famelici sciacalli che hanno lucrato vantaggi personali dal disastroso, insanguinato terremoto del 6 aprile 2009.

Gli approfittatori, questa volta, sono di casa : ex assessori e funzionari scelti personalmente dal Sindaco, collocati in alcuni nodi strategici della ricostruzione, i quali hanno colto, già alcuni mesi dopo il terremoto, le ghiotte possibilità loro offerte di illeciti arricchimenti personali. Tutto ciò, mentre 35.0000 concittadini erano ricoverati nelle tendopoli ed altrettanti esiliati nella costa».

«Anche se quella del Sindaco dovesse essere considerata semplicemente come una scelta infelice, il primo cittadino deve rispondere personalmente, innanzitutto per ragioni etiche, davanti alla comunità amministrata, di tanta sprovvedutezza e leggerezza.

Il danno arrecato alla città ed all'intero cratere sismico è diventato irreparabile. Come si può pretendere di reclamare dal Governo centrale quanto è legittimamente dovuto ai terremotati, per ricostruire il devastato territorio, se la sfregiata immagine offerta è quella del malaffare, insediatosi così prepotentemente all’interno delle stesse Amministrazioni? A queste autentiche nefandezze, come reagiranno i cittadini dell'intero Paese e della stessa Europa che sono stati così vicini e solidali sin dall'indomani della tragedia?».

«In attesa che la magistratura faccia il suo corso, le conseguenze politiche generate dal malaffare devono percorrere la via obbligata di una sola "scelta di responsabilità": le dimissioni. Scelta che restituisca in tal modo dignità all'intera città martoriata ed ai suoi cittadini e che, a distanza di cinque anni dal sisma, non consenta di rubare loro un futuro fattosi sempre più incerto e compromesso. Una sola e convergente parola d'ordine: dimissioni subito».