
di Antonella Calcagni
Giù le mani dai fondi del cratere. I 56 sindaci dei comuni terremotati sono pronti alle barricate: non intendono “prestare” al capoluogo i propri fondi.
La coperta è corta: si tratta di 1 miliardo e 800 milioni di euro per tutto i cratere, ma loro, i piccoli Comuni, non ci stanno a fare la “cenerentola” della Ricostruzione. «Non è una battaglia contro L’Aquila – spiega il coordinatore Emilio Nusca – ma una questione di giustizia, di equità». Il grido di battaglia, dunque, è «no agli scippi». Uno scippo, si diceva, ai danni dei 56 comuni del cratere che si sarebbe perpetrato «in occasione di una riunione pre-Cipe a Roma di qualche giorno fa – riferisce Nusca – nella quale è stata ventilata l’ipotesi che le annualità del cratere del 2014 e 2015 siano anticipate per la ricostruzione dell’Aquila. Io non ne sapevo nulla e appena l’ho appreso ho chiamato il Ministero. Per le vie brevi mi è stato assicurato che questa cosa sarebbe stata stoppata».
Le parole però non bastano, i sindaci non si fidano: «Abbiamo scritto una lettera al ministro per la Coesione Carlo Trigilia spiegandogli che questa strada non è assolutamente percorribile. Noi abbiamo problemi molto complessi: per i 56 comuni non è possibile parlare di stanziamento delle somme in base al “tiraggio” dei progetti, così come previsto per L’Aquila, perché a monte abbiamo il problema dei piani di ricostruzione. Solo 20 di essi sono stati approvati, pertanto solo in venti comuni è possibile presentare i progetti, una volta avute le somme. La follia è che occorrono ben 8 mesi per avere l’intesa dalla Provincia».
Nusca ha ricordato che la macchina del cratere è ancora in fase di rodaggio, «con l’ultimo assunto del concorsone entrato al al lavoro solo 4 mesi fa. In queste condizioni, senza soldi, ai cittadini abbiamo detto di non presentare i progetti».
Tuttavia, il coordinatore ipotizza che, fondi permettendo, in primavera la ricostruzione del cratere potrà entrare a pieno regime. «Ergo, i soldi ci servono».
Per accelerare secondo i sindaci è necessario apportare delle modifiche normative: «la prima deve essere quella di accelerare i tempi dell’intesa per i comuni che devono ancora dotarsi del piano di ricostruzione, la seconda modifica deve riguardare il ritorno alla suddivisione delle somme fra L’Aquila e cratere come era in precedenza: 37% al Cratere e 63% all’Aquila. Erogare le somme in base al tiraggio è impossibile perché nel cratere prima devono arrivare i soldi e poi si fanno i progetti. Il tiraggio potrà funzionare in un secondo momento».
Nusca avverte: «Noi vigileremo e non arretreremo di un millimetro dalla nostra posizione – spiega – faremo le barricate se sarà necessario». A complicare maledettamente le cose ci mette lo zampino la burocrazia: «Ci sono proprietari di seconde case che intendono procedere alla riparazione anticipando le somme, ma purtroppo per le norme vigenti, ciò non è possibile».