Accademia dell’Immagine, guerra di relazioni

16 novembre 2013 | 14:40
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Accademia dell’Immagine, guerra di relazioni

di Antonella Calcagni

Subito dopo il sisma si tentò di mettere in piedi una operazione di salvataggio dell’Accademia dell’Immagine con la collaborazione del capo della Struttura di Missione Gaetano Fontana. Lo svela in una sua contro-relazione, stilata per controbattere quella dell’avvocato Luca Bruno, l’ex amministratore dell’Accademia, Andrea Tafafiore.

L’operazione di risanamento si sostanziava in «una procedura di project financing grazie alla quale l’impresa che avrebbe provveduto alla ricostruzione del palazzo dell’Immagine si sarebbe contestualmente impegnata nella locazione almeno trentennale dell’immobile nella porzione eccedente la necessità dell’ente». Tatafiore ricorda che era già stata individuata una impresa disponibile, ma con le dimissioni di Fontana l’operazione non fu portata avanti. Circostanze che però non sono rappresentate dalla relazione di Bruno, ricorda Tatafiore.

Non poteva mancare, dunque, una contro perizia in difesa dell’Accademia dell’Immagine redatta dall’amministratore unico dell’ente, Andrea Tatafiore, per controbattere la relazione stilata da Luca Bruno, che si sostanziava in un [i]j’accuse[/i] per coloro che hanno gestito negli anni il centro di eccellenza. Una relazione, quella di Bruno, che si svuota di significato, dopo la retrocessione, con l’annullamento della delibera di incarico, dell’avvocato da liquidatore a semplice perito.

Anche Tatafiore invia la sua relazione alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, attribuendo al documento il valore di un esposto. «La relazione di Bruno – scrive Tatafiore – vuol mettere in dubbio la liceità di quanto fatto, comunicando all’assemblea fatti e giudizi avulsi da una completa cognizione di documenti e fatti certi che hanno caratterizzato l’attività del sottoscritto». «Bruno ritiene che il sottoscritto avrebbe assunto una condotta volta a non ottenere il risanamento dell’accademia a vantaggio del Centro sperimentale di cinematografia perché fagocitasse l’accademia – continua Tatafiore – questa affermazione poggia su riflessioni scaturite da fatti demonizzati al cospetto della verità».

Altro punto che l’ex amministratore contesta è la relazione fra centro sperimentale e accademia, sottolineando che il Csc intervenne dopo due anni dall’inattività dell’accademia.

Tatafiore minaccia querele per diffamazione alla fine del suo dossier, ritenendo che alcune affermazioni di Bruno circa compensi percepiti non corrispondano al vero.