Attualità

Il dossier che fa tremare l’Accademia

di Antonella Calcagni

Sarà il tribunale, una volta esaminati i libri contabili, a decidere sulla messa in liquidazione dell’accademia dell’Immagine. Dopo una spinosa assemblea dei soci la votazione è finita 2 a 2: Regione e Provincia contro Comune e Lanterna Magica. Solo il Tribunale potrà decidere se nominare o no un liquidatore.

Si è scoperto solo ieri infatti che l’avvocato Luca Bruno non poteva essere nominato liquidatore visto che l’accademia come soggetto giuridico esisteva ancora. Dunque il documento discusso ieri può essere considerato come una super perizia.

«La determinazione di avviare lo scioglimento dell’Accademia per arrivare alla sua liquidazione, dinanzi al serio dissesto conclamato dagli atti contabili visionati, appare francamente la scelta più logica lineare». Questa è la conclusione alla quale arriva l’avvocato Luca Bruno. Fra le motivazioni dell’auspicato scioglimento, per l’avvocato Bruno, c’è «l’impossibilità di raggiungere lo scopo sociale per effetto del grave passivo che affligge l’ente, l’impossibilità di svolgere l’attività istituzionale e la paralisi di ogni iniziativa che comporterebbe causa di estinzione della persona giuridica».

Ambigua, poi, la posizione del centro di cinematografia subentrato all’accademia che, secondo Bruno, dovrebbe rispondere anche dei debiti dell’Accademia. Vi sarebbero peraltro gli estremi per «l’avvio di un’azione di tutela per atti di concorrenza sleale avente sostanziale natura risarcitoria». «Veniva dolosamente stipulata una convenzione al fine di pregiudicare il soddisfacimento degli interessi della stessa accademia».

Bruno rileva poi che la procedura di messa in liquidazione comporterebbe la perdita dell’immobile di Collemaggio, ora inagibile, stimato in 6 milioni di euro, che sarebbe trasferito alla Regione.

Alla luce della situazione catastrofica rappresentata, Bruno comunica l’obbligo di trasmettere la relazione alla Finanza e alle Procure della Repubblica del Tribunale e della Corte dei Conti per non incorrere in ipotesi di reato.

Nel documento di 36 pagine, il perito dimostra che il buco di bilancio era di mezzo milione di euro nel 2008, mentre dopo il sisma i bilanci non sono stati più redatti. Il numero dei dipendenti, invece, saliva da 8 a 15 unità comportando un costo pari a 545 mila euro nel 2008. Poi dopo il sisma, l’arrivo del centro sperimentale di cinematografia ha per Bruno fagocitato l’accademia non assumendo i debiti, ma solo le attività. I debiti dell’accademia ammontano a 2 milioni e mezzo di euro, fra questi 13 mila euro nel 2006 e 12 mila nel 2007 sono relativi a Ici non versata al Comune.