Attualità

Sisma L’Aquila, «Nessun sentore di infiltrazioni criminalità»

«Personalmente non ho avuto sentore delle infiltrazioni della criminalità di cui si parla e noi dell'Ance se lo avessimo saputo e avessimo avuto delle prove le avremmo tirate fuori. Però molte persone dicono che qualcosa ci sia». Così ha commentato a Chieti, in relazione al dossier Ue sugli sprechi della ricostruzione post-sisma in Abruzzo, Antonio D'Intino, alla guida di Ance Abruzzo da fine 2011 al giugno scorso, attualmente consigliere nazionale e pescarese dell'associazione. Il commento a margine della presentazione di un progetto promosso da Ance di Chieti e Pescara e da Carichieti.

«La prevenzione è sempre data dal proprietario dell'immobile che deve essere ricostruito: non deve rivolgersi ad un'impresa che gli offre chissà cosa bensì alle imprese locali che ci mettono la faccia, che hanno professionalità talmente importanti da poter fare un buon lavoro senza ricorrere a trucchi e 'magheggi'».

Per quanto riguarda invece il reperimento dei fondi e la loro gestione, D'Intino è tornato a ribadire la proposta Ance: «Noi abbiamo proposto una cosa totalmente innovativa e importante e cioè l'assicurazione obbligatoria: con questo sistema, un euro al metro quadrato, si potrebbe usufruire di un fondo di 3-4 miliardi l'anno per una ricostruzione che viene poi gestita dalle assicurazioni e, quindi, senza pagare questi 'magheggi' di cui si parla e di cui, ripeto, non abbiano noi prove tangibili».

«Abbiamo visto che negli ultimi 30 anni questi disastri hanno avuto un costo medio per lo Stato italiano di 3 miliardi - ha concluso - chi li ha tirati fuori 3 miliardi se non noi cittadini? Per dare un miliardo e 200 milioni all'Aquila ci hanno aumentato i bolli da 14,60 a 16 euro: chi li sta pagando? Noi cittadini».