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Ricostruzione: «Governo sostiene L’Aquila»

«Per finanziare complessivamente la ricostruzione si pensa al coinvolgimento del sistema bancario, ad esempio con lo strumento del factoring, e in tal senso il Governo nazionale è pronto una volta per tutte a porre con forza la questione con l'Europa al fine di ottenere che i costi per le calamità naturali non gravino sul rapporto deficit Pil e non vadano contro i vincoli del patto di stabilità». A sottolinearlo è l'assessore comunale aquilano alla Ricostruzione Pietro Di Stefano al termine dell'incontro con il Governo nazionale sulla complessa problematica della copertura dei fondi per la ricostruzione nei prossimi anni da inserire nella legge di stabilità.

Per la ricostruzione, secondo una stima, occorrono ancora 10 miliardi di euro, di cui 6 per il Comune dell'Aquila, il resto per i comuni del cratere del terremoto. «La questione è importante perché oggi è capitato all'Aquila e all'Emilia, domani potrebbe accadere ad altri, il governo è comunque fortemente motivato a rimuovere l'ostacolo», ha chiarito Di Stefano.

Al confronto hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e alcuni sindaci dei comuni del cratere. Per l'esecutivo nazionale erano presenti il vice ministro dell'Economia Stefano Fassina e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'Attuazione del programma e all'editotoria, l'abruzzese Giovanni Legnini.

Di Stefano, che in sede di presentazione dell'incontro aveva denunciato il fatto che i fondi per la ricostruzione sono terminati, ha sottolineato che «è stato un incontro positivo sia per le questioni a lungo termine sia per quelle immediate. Il governo ha mostrato la volontà di finanziare la ricostruzione con l'inserimento dei punti fissi che saranno inseriti. Ci rivedremo nei prossimi giorni».

Nell'immediato, ha fatto presente Di Stefano, «il governo ha assicurato, e questa è una boccata di ossigeno che sarà versata tra breve, la prima trance di 200 milioni per il 2013», relativa allo stanziamento del miliardo e 200 milioni di euro spalmati nei prossimi 6 anni reperiti grazie all'aumento delle accise sulle marche da bollo.

«Lo strumento del factoring, cioè quella tecnica che con una intesa con un pool di banche ci avrebbe permesso di vedere anticipati subito il 1,2 miliardi di euro, si è pensato di utilizzarlo sul finanziamento complessivo della ricostruzione - ha continuato Di Stefano - In riferimento al miliardo e 200 milioni di euro il governo ci ha assicurato il fatto che da sei trance si potrebbe passare a quattro».