
Saranno consegnati lunedì, in Corte di Cassazione a Roma, i provvedimenti approvati dai Consigli regionali di Abruzzo, Marche, Puglia, Calabria e Basilicata, in cui si chiede la convocazione di un referendum per abrogare la legge di riforma della geografia giudiziaria. Una riforma che cancella i tribunali che hanno sede in città non capoluogo di provincia, tra cui Lanciano, Vasto, Avezzano e Sulmona. Regione capofila di questa battaglia è proprio l’Abruzzo, che per prima ha deliberato su questa materia.
«L’iniziativa del Consiglio regionale d’Abruzzo – spiega il Consigliere Emilio Nasuti, che personalmente si recherà lunedì in Cassazione – ha catalizzato l’attenzione delle altre Regioni. A quelle che si sono già pronunciate, la prossima settimana dovrebbero aggiungersi anche la Campania e la Liguria, a testimonianza di quanto questa tematica sia sentita sui territori. La riforma delle circoscrizioni giudiziarie, infatti, va a penalizzare aree importanti: nel nostro caso l’Abruzzo meridionale, la Marsica e la Valle Peligna, che hanno caratteristiche che non consentono l’accorpamento ai rispettivi capoluoghi di provincia. L’obiettivo, quindi, è scongiurare attraverso il referendum questa mannaia che rischia di abbattersi sulla regione, perché non è pensabile ipotizzare che un cittadino che vive a Schiavi d’Abruzzo o a Castel di Sangro, debba prendere due giorni di ferie per andare a rendere una semplice testimonianza nei tribunali di Chieti o L’Aquila. E’ assurdo e inconcepibile, in un momento in cui l’imperativo, a tutti i livelli, è semplificare e velocizzare».