
E’ da poco iniziata davanti alla Corte Costituzionale l’udienza pubblica sulla cosiddetta riforma della geografia giudiziaria, che ha tagliato 31 tribunali e 220 sedi distaccate.
Nei ricorsi, rinviati alla Consulta da otto diverse ordinanze, di cui quattro dal tribunale di Pinerolo, vengono contestate in particolare le soppressioni dei tribunali di Alba, Sulmona, Pinerolo, Sala Consilina, Montepulciano.
Varie le questioni sollevate, a cominciare, ha spiegato il relatore, il giudice costituzionale Giancarlo Coraggio, «dalla dichiarazione di incostituzionalità dalla legge delega, inserita nell’iter di conversione di un decreto legge. E questo contrasterebbe, a detta dei rimettenti, con due principi affermati dalla Corte: sarebbe ‘intrusa’ e si tratterebbe di una riforma approvata a dispetto del procedimento ordinario», perché priva dei requisiti di necessità e urgenza. Inoltre «il legislatore delegato non avrebbe rispettato puntualmente i criteri di delega fissati».
Vengono contestate poi una serie di violazioni di «parametri costituzionali», dall’aver dato «prevalenza al risparmio e all’efficienza a dispetto del principio di solidarietà», i tagli «inciderebbero sui diritti dei lavoratori», e viene tra l’altro contestato il «diverso trattamento riservato ai dipendenti dei tribunali soppressi».
La decisione della Consulta arriverà al termine della camera di consiglio, che inzierà dopo le udienza pubbliche di oggi pomeriggio. Il proseguo della camera di consiglio di oggi è comunque già fissata per il 16 e 17 luglio, è probabile dunque che la decisione verrà presa solo tra due settimane.