
Sette punti su nove ‘fuorilegge’, sei dei quali ‘fortemente inquinati’. E’ il bilancio del monitoraggio di Goletta Verde – celebre campagna di Legambiente sullo stato di salute delle acque italiane – eseguito sulle coste e sulle foci di fiumi e torrenti abruzzesi.
Il problema principale è quello della ‘mala depurazione‘ e in tal senso gli ambientalisti chiedono la costituzione di un tavolo di lavoro per affrontare «con urgenza i limiti di un sistema depurativo noto da tempo e non più sostenibile».
I risultati del monitoraggio, eseguito lo scorso 21 giugno in un tratto di costa lungo circa 140 chilometri, sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è svolta sull’imbarcazione, ormeggiata nel porto di Pescara per l’occasione. Presenti, tra gli altri, il responsabile scientifico di Legambiente, Giorgio Zampetti; il presidente regionale dell’associazione, Angelo Di Matteo; il comandante della direzione marittima Abruzzo e Molise, Luciano Pozzolano e l’assessore regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio.
Nove i punti monitorati: la foce del fiume Vibrata, risultata ‘fortemente inquinata’; la spiaggia di Lungomare Zara – scarico tra il porto e lo stabilimento, a Giulianova (Teramo), fortemente inquinata; la spiaggia di fronte al Borsacchio, a Roseto degli Abruzzi (Teramo), entro i limiti di legge; la foce del torrente Calvano, a Pineto (Teramo), fortemente inquinata; la spiaggia di fronte a via Balilla, a Pescara, entro i limiti di legge; la foce del fosso Vallelunga, a Pescara, fortemente inquinata; la foce del fosso San Lorenzo, a Francavilla al mare (Chieti), inquinata; la foce del fosso Marino, a Vasto (Chieti), fortemente inquinata; la foce del torrente Buonanotte, a San Salvo (Chieti), fortemente inquinata.
Per Legambiente emergono «gravi e croniche carenze di un sistema depurativo che impone una svolta immediata: azioni risolutive e durature sul fronte della qualità delle acque». «Una sfida – dicono gli ambientalisti – non più rinviabile che deve chiamare a raccolta istituzioni e società civile affinché vengano date finalmente risposte certe ai cittadini e tutelati gli ecosistemi fluviali e marini della regione».
Sottolineando la necessità di un tavolo di lavoro, Di Matteo ha detto che «come Legambiente ci facciamo promotori di questo tavolo, perché riteniamo che le criticità evidenziate da anni siano risolvibili solo con l’intenzionalità e l’impegno tra tutte le parti chiamate in causa. Pretendiamo che la prossima stagione estiva sia indenne da questi problemi – sottolinea il presidente – perché è fattibile e doveroso risolverli, a partire da subito, per garantire la salute dei cittadini, la qualità del mare e l’economia locale».
«I risultati del monitoraggio di Goletta Verde confermano il problema cronico della depurazione delle acque reflue in Abruzzo, che stiamo affrontando di petto: salto culturale, tolleranza zero e 70 milioni di euro, nell’ambito dei fondi Fas, per migliorare il sistema di depurazione», ha commentato l’assessore regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio. Nel sottolineare che, comunque, «Legambiente ha monitorato solo le foci dei fiumi, cioé i tratti non balneabili», l’assessore ha ricordato che «il 97,3 per cento delle acque abruzzesi è balneabile e oltre l’80 per cento è classificato in qualità eccellente».
Di Dalmazio è inoltre tornato a parlare dell’errata valutazione contenuta nel rapporto del ministero della Salute e sui dati che vedevano l’Abruzzo come maglia nera d’Italia per la balneabilità delle acque: «Abbiamo preparato un dossier con i dati corretti che invieremo agli operatori del settore e, soprattutto, al ministero – ha concluso -, pretendendo le dovute precisazioni del caso».