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«Uno spreco destinare risorse pubbliche all’Aeroporto dell’Aquila»

«Chiunque abbia un minimo di consapevolezza delle dinamiche che muovono il mercato, dell'orientamento dell'Unione Europea sulla materia e, da ultimo, anche delle prospettive nazionali, cristallizzate nel recente preliminare di Piano Nazionale per lo Sviluppo Aeroportuale, non può non reagire negativamente alla possibilità che Comune o Regione destinino ingenti risorse pubbliche all'Aeroporto dell'Aquila». Così Carlo Costantini (Mov 139) interviene sull'imminente apertura dello scalo dell'Aeroporto dei parchi a Preturo.

«Con l'Aeroporto d'Abruzzo rientrato per il "rotto della cuffia" nell'ambito degli Aeroporti di interesse nazionale (gli unici ai quali saranno destinate risorse nazionali, anche per le infrastrutture di contesto e gli unici con la possibilità di accedere alle risorse Ue) e comunque ancora molto lontano dagli standard qualitativi richiesti, soprattutto per l'eccessiva presenza pubblica nel capitale della società di gestione, - prosegue il consigliere regionale - sentire parlare di investimenti per un Aeroporto che potrà sopravvivere solo se pesantemente sovvenzionato dal "pubblico" mi riporta indietro di secoli. Stando a quanto riportato nell'atto di indirizzo che ho prima ricordato, il futuro degli aeroporti diversi da quelli classificati come di "interesse nazionale" è segnato: o chiudono, o se li pagano le Regioni. Ed io penso che, in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, la Regione possa pensare a tutto, tranne che a sprecare denaro per un progetto senza futuro, dovendo al contrario concentrare tutti i propri sforzi per salvare l'unico Aeroporto capace di resistere alle sfide di un mercato ormai aperto, quello di Pescara».

«Aggiungo anche che fa malissimo all'immagine nazionale dell'Aquila, già sottoposta - immotivatamente, a mio avviso - a critiche per aver speso troppo e male, sostenere con denaro pubblico iniziative che non valorizzano l'intelligenza e la lungimiranza della sua classe dirigente politica ed imprenditoriale. Dunque – conclude Costantini - meglio valutarne e programmarne un uso compatibile con le sue effettive potenzialità, che coltivare illusioni, alimentandole con il denaro dei contribuenti».