Attualità

Ricostruzione, le strategie ‘salva L’Aquila’

di Antonella Calcagni

Ancora su due binari paralleli gli antagonisti di sempre: il sindaco Massimo Cialente e il leader dell'opposizione, Giorgio De Matteis.

Il primo cittadino concentra tutte le sue forze per portare a casa almeno 300 milioni con un'anticipazione bancaria (dei 1,2 miliardi concessi a rate dal 2014) per avviare i cantieri, Giorgio De Matteis porta avanti invece la sua crociata tesa a avere un miliardo dai cugini emiliani che, a corto di progetti non spenderebbero i 6 miliardi dati loro con il meccanismo della Cassa Depositi e prestiti. La battaglia che vede la Regione d'accordo, governatore Chiodi in testa, andrà avanti cercando “sponde” anche fra i parlamentari abruzzesi che saranno convocati da Chiodi.

Dal canto proprio invece, il sindaco Massimo Cialente ribadisce: «Noi abbiamo bisogno che il miliardo e 2, attraverso il meccanismo di anticipazione, venga dato come cassa nel 2013 per 376 milioni e 842.718 euro, 21 milioni e 190.291 euro per il 2014-2015. Con queste anticipazioni saremmo in condizioni di rispettare il cronoprogramma e ricostruire in 3 anni l'asse centrale. Può essere che il Governo non riesca ad imporre alla Ragioneria dello Stato un'anticipazione minimale di appena 420 milioni di euro diluita in tre anni? Di fronte a questa cocciutaggine che costerebbe pochissimo di interessi o che addirittura recupereremmo con le somme che annualmente bruciamo per l'assistenza alla popolazione, ricostruiremmo la città e permetteremmo al Governo addirittura di risparmiare».

L'assessore Pietro Di Stefano entra nei dettagli tecnici dell'ipotesi. «Questo è un punto di partenza, ma bisogna vedere cosa succede nella legge di Stabilità. Mi aspetto una forte azione nei confronti dalla Ue per far comprendere che le calamità naturali non possono entrare nel conteggio dell'indebitamento pubblico. Questo è un punto ineludibile. Mi aspetto che nel patto di Stabilità ci sia la rata a valere nei bilanci futuri. Vogliamo concretezza e che si sappia che a decidere sulla ricostruzione deve essere il Comune».

«Insomma, questo miliardo, ci serve o non ci serve? - si chiede Giorgio De Matteis – è in questo modo che diventiamo poco credibili a Roma». Il leader di L'Aquila città aperta non ha potuto fare a meno di notare che la presa per i fondelli continua: «Il ministro Carlo Trigilia in perfetta continuità con Barca è venuto a dire che otto anni sono troppi per la ricostruzione – spiega – Allora che ci diano i soldi». Per De Matteis sarebbe stato meglio «non prendere il miliardo a rate. La senatrice Stefania Pezzopane ha detto di aver smosso le montagne, se questo è stato il risultato, avrebbe fatto meglio a restare ferma».

Gli uomini chiave della situazione sono Letta e Saccomanni che non hanno mai fatto sentire la loro voce. Per De Matteis l'emendamento “prendi dall'Emilia” resta l'unica strada. «Vedremo se il Pd romano avrà il coraggio di votarlo».