Attualità

L’arma del delitto diventa oggetto da museo

di Gioia Chiostri

L'esposizione di parte dei reperti dei grandi casi di cronaca nera che hanno ferito l’Italia. Questa l'idea alla base dell’insolita mostra che ha avuto luogo a Castel Capuano lo scorso primo giugno. L’idea parte da qui, dal voler narrare la storia dei crimini che hanno segnato la città di Napoli, nella buona e nella cattiva sorte (dell’esito).

L’intenzione dei coraggiosi promotori è, però, quella di realizzare un vero e proprio museo dei reperti nella vecchia e storica sede del palazzo di Giustizia che vada ad affiancarsi ad un ‘museo didattico delle regole’, con il nobile obiettivo di raccontare tutto il volto storico, antropologico e sociologico di una piaga che ingombra il Sud Italia, la Camorra.

La mostra, organizzata dall’ufficio reperti del Tribunale di Napoli con la collaborazione delle soprintendenze napoletane per i Beni architettonici e per il polo museale con l’ente morale biblioteca di Castel Capuano, ha proposto, nel primo evento pubblico del primo di giugno, una selezione di ciò che è conservato nell'ufficio corpi di reato del Tribunale di Napoli.

Il progetto definitivo del museo si concluderà dopo l'apertura e la selezione degli oltre 15.000 plichi che sono attualmente depositati nel palazzo e dopo gli interventi di restauro. Questo lavoro sarà realizzato nell'ambito del 'Grande Progetto per il Centro Storico di Napoli sito Unesco’.

Il materiale confiscato è collegato ai procedimenti penali che si sono susseguiti negli ultimi cinquant'anni; quindi alla memoria di tutti quei delitti che colpirono la società e l'opinione pubblica per la loro efferatezza - si pensi all'attentato al treno Italicus o la strage di via Caravaggio - o che ebbero particolare risonanza nella cronaca nera cittadina. Ma anche simulacri che testimoniano fasi cruciali dello sviluppo della camorra, come gli arredi del castello di Ottaviano, venuto in possesso di Raffaele Cutolo. Un’iniziativa in grado di sensibilizzare enormemente l’opinione pubblica e di dare testimonianza del sodo lavorio che fa la giustizia a Napoli.