
di Fulgo Graziosi
Il ministero della Salute, attraverso gli organi di informazione, ha tempestato gli italiani con una lunga serie di raccomandazioni per osservare soprattutto la prevenzione. Controllare periodicamente la tiroide, la vista, i denti, il cuore, i melanomi e i disturbi legati alle malattie ricorrenti.
Recentemente, presso un impianto sportivo del territorio sono stati controllati gratuitamente i nei della pelle solo a pochi intimi, cioè a quelli che in definitiva avrebbero potuto effettuare quei controlli a pagamento.
Un comune cittadino, invece, ha dovuto far ricorso al medico di famiglia, osservando anche una bella attesa, per farsi prescrivere una visita specialistica per il controllo periodico dei nei presso il nosocomio cittadino. Una volta in possesso dell’impegnativa ha pregato la moglie di provvedere agli adempimenti consueti per il pagamento del ticket e per la prenotazione della visita. Operazione che oggi può essere effettuata anche telefonicamente in nome del nuovo principio della più immediata vicinanza delle istituzioni al cittadino.
Grande sorpresa e altrettanto stupore della signora che, non appena formulata la domanda per ottenere l’appuntamento per il proprio consorte, ha sentito pronunciare la fatidica data: “Le va bene per il 12 settembre?”. Un attimo di smarrimento e, dopo un silenzio inconsueto, l’addetta del Cup alle prenotazioni incalza: “Ha capito bene? 12 settembre”. La signora, incredula, risponde che va benissimo. Anzi, ci tiene a precisare che non avrebbe mai pensato ad un efficiente servizio di questo genere. Si è sentita in dovere di ringraziare con particolare cura l’interlocutrice, pregandola di voler estendere i propri ringraziamenti e i complimenti al dirigente del settore e al personale del settore ospedaliero. A questo punto l’addetta al Cup capisce che non si espressa troppo bene e con precisione e si sente in dovere di dire alla signora che non è proprio il caso di perdersi in ringraziamenti e in apprezzamenti per l’efficienza del pianeta sanità, in quanto la risposta esatta non consiste solamente nel 12 settembre, poiché manca l’indicazione dell’anno 2014, 12 settembre 2014.
La signora, a questo punto, non si perde d’animo. Saluta l’interlocutrice, pregandola di manifestare tutto il proprio dissenso al manager della Asl e ai responsabili del servizio. Cerca il numero di telefono del Tribunale del Malato e chiama il responsabile che, in un primo tempo, pensa ad uno scherzo di qualche amica di famiglia. Subito dopo, però, si rende conto che si tratta di un fatto serio ed assicura alla signora di effettuare immediatamente un intervento, scrivendo una lettera raccomandata al manager. La signora ha ritenuto che una semplice segnalazione al Tribunale del Malato non potesse produrre effetti immediati e, perciò, ha informato dell’accaduto anche alcuni organi di informazione, affinché i cittadini si rendano conto della maniera in cui essi vengono trattati e amministrati, malgrado gli onerosi contributi versati alla sanità pubblica.
La faccenda assume un epilogo ironico e sarcastico nel momento in cui rientra a casa il marito e chiede alla consorte quale sia stata la risposta ottenuta dal Cup e la moglie, senza perdere un attimo di tempo riferisce: “Hanno detto che devi prima morire e poi ti sottoporranno a visita”.
L’episodio si commenta da solo. Inutile aggiungere qualsiasi considerazione. Una riflessione, però, la vorremmo fare comunque. Il cittadino viene sottoposto al pagamento anticipato, con ritenuta sulla busta paga, del sensibile contributo per l’assistenza sanitaria. Tale contributo, oltretutto, viene ritenuto insufficiente al punto che occorre una integrazione con il pagamento, anch’esso anticipato, del ticket e, dopo tanta zelante contribuzione, deve attendere oltre un anno per una semplicissima visita della durata di circa quindici minuti. Non è possibile. Occorrono dei correttivi radicali e immediati se non vogliamo continuare ad alimentare dubbi, incertezze e disservizi, spesso non giustificabili, sul funzionamento e sulla corretta gestione della sanità pubblica. Le attrezzature ci sono e sono all’avanguardia. Le professionalità non difettano. Manca solamente il coordinamento, la capacità organizzativa ed un sufficiente e necessario controllo di gestione.