
«Salvo ultimi ripensamenti, nel decreto di oggi L’Aquila non è presente. In una decina di giorni devono trovare i soldi, se non li trovano vuol dire che la città è stata abbandonata, sarebbe una sentenza di morte». Lo ha detto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, a margine di una conferenza stampa.
«Bisognerà prendere una decisione di responsabilità, penso che parleremo con la maggioranza in Giunta dello scioglimento del Consiglio», ha minacciato. Prosegue così la mobilitazione del sindaco dopo che la scorsa settimana per accendere i riflettori sulla necessità di finanziamenti ha spedito la sua fascia tricolore alla portineria del Quirinale e fatto rimuovere il tricolore in tutti gli uffici pubblici, ricevendo di conseguenza un decreto del prefetto del capoluogo abruzzese, Francesco Alecci, che gli intima di cessare la protesta pena la possibile sospensione e infine la rimozione dall’incarico.
Evidenziando la scarsità di risorse attualmente disponibili, il primo cittadino ha spiegato che «con 300 milioni si ricostruisce in 25 anni, credo che a quel punto non sarà più il caso di avere gli enti locali».