Sisma 6 aprile «Atteso ma non prevedibile»

16 maggio 2013 | 20:33
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Sisma 6 aprile «Atteso ma non prevedibile»

«Il terremoto che ha colpito L’Aquila

il 6 aprile 2009 era atteso, ma non prevedibile»: così il

direttore del Centro nazionale terremoti dell’istituto nazionale

di geofisica e vulcanologia (Ingv), Alessandro Amato, commenta le

motivazioni della sentenza depositate oggi dal giudice del

Tribunale dell’Aquila Giuseppe Grieco.

«Se ‘non imprevedibile’ significa ‘prevedibile’, allora non

sono assolutamente d’accordo. E con me non sarebbe d’accordo la

comunità sismologica internazionale», osserva Amato.

«Diverso

é – prosegue – se intendiamo che in una certa area ad elevata

pericolosità come quella dell’Abruzzo un terremoto con le

caratteristiche di quello del 2009 era aspettato, o

possibile».

«Con “prevedibilità” – spiega l’esperto – si intende la

capacità di dire prima di un terremoto quando questo avverrà,

dove, e con quale energia, in una finestra temporale

ristretta, ad esempio a distanza di alcune ore, in un raggio

di pochi chilometri, a quale magnitudo».

«A questo riguardo –

rileva Amato – si ricorda che la Commissione internazionale di

esperti nominata dal Dipartimento della protezione civile dopo

il terremoto ha nuovamente stabilito che i terremoti non sono

prevedibili».

«Riguardo al fatto che il terremoto del 2009 – sia in linea

con la sismicità storica dell’area come si legge nella

sentenza – questo, rileva Amato, – è vero e mai nessun

sismologo ha dichiarato il contrario. Ma va anche precisato che

gli effetti di un terremoto sono determinati dalla fragilità

delle costruzioni, dalle amplificazioni delle onde sismiche

dovute alla geologia locale e da altri fattori locali e non sono

mai facilmente prevedibili».

«Questo perché – conclude l’esperto

– la conoscenza di dettaglio della stabilità degli edifici e

della geologia del sottosuolo non è nota alla scala del singolo

edificio, e viene valutata esattamente solo dopo un terremoto».