Il rettore uscente
dell’Università dell’Aquila, Ferdinando Di Orio, sarà
processato dal tribunale di Roma per concussione nei confronti
del docente dello stesso ateneo Sergio Tiberti, dal quale
avrebbe chiesto e ottenuto decine di migliaia di euro.
Il giudice per l’udienza preliminare Maddalena Cipriani lo
ha infatti rinviato a giudizio nella mattinata di oggi, fissando
l’udienza al 1 ottobre, come da richiesta del pubblico ministero
Giuseppe Deodato. Oggi Di Orio era presente in aula al palazzo
di Giustizia ed è stato interrogato dall’avvocato di Tiberti,
Giorgio Tamburrini.
Secondo quanto si è appreso, durante il
botta e risposta Di Orio si è contraddetto più volte rispetto
alla memoria difensiva presentata in precedenza e ha balbettato,
incalzato dalle domande del legale.
Il rettore si è difeso affermando che nella sua carica
aveva poco potere e che anzi sono stati gli organi d’Ateneo a
prendere decisioni che sono andate contro Tiberti.
Una tesi che,
sempre da quanto appreso, ha lasciato perplesso anche il pm.
«Avranno giustizia le ragioni del mio assistito, che è stato
vessato dal rettore, e verrà fuori anche il clima che si
respira in quella Università», ha detto Tamburrini alla fine.
Partita dall’Aquila e poi passata a Roma per competenza
territoriale, l’inchiesta si è sviluppata in 3 anni cambiando
numerosi protagonisti, due pm e due gup. Si tratta del terzo
processo ai danni dell’ex senatore, già imputato all’Aquila,
udienza il 3 ottobre, per abuso d’ufficio (assieme ad altri due)
nell’ambito dell’inchiesta sui maxi affitti dei capannoni per
ricollocare le facoltà, e per diffamazione aggravata, udienza
anche questa il 1 ottobre, nei confronti dello stesso prof
Tiberti.