Italia, a Malta una vittoria firmata Balotelli

E’ difficile scrivere di calcio, la sera in cui se n’è andato un ragazzo di 42 anni, un uomo autenticamente per bene, un giornalista appassionato e competente che di questo mestiere aveva fatto la sua vita, voce di Milan Channel dal 1999, vittima di un tragico incidente stradale mentre andava in moto a Milanello.

El Shaarawy, che di Claudio Lippi era grande amico, gli aveva promesso un gol a Malta. Ci ha pensato l’incontenibile Balotelli a firmare due volte in rossonero il prezioso successo della Nazionale sulla rappresentativa di Ghedin, manipolo di scarponi che ha tartassato di falli SuperMario mentre troppi incivili isolani lo riempivano di insulti e urla razziste, dopo avere fischiato l’inno di Mameli. Siamo curiosi di vedere se la Fifa di Blatter prenderà provvedimenti contro i cialtroni in azione ieri sera.

Tanto peggio per Malta, che ha vinto 1 partita ufficiale sulle 87 sinora disputate e, nel primo tempo, pensava di approfittare della svagatezza azzurra.

Come volevasi dimostrare e come Prandelli aveva fiutato alla vigilia, un conto è giocare contro il Brasile e un altro contro una volenterosa accozzaglia di rivali. Deconcentrazione e sottovalutazione dell’avversario potevano rivelarsi una trappola per l’Italia, che ha visto la propria traversa tremare e Buffon parare un rigore con la classe sconfinata che gli appartiene, nella notte della presenza n.126 in azzurro.

Ci ha pensato Balotelli (14 rigori su 14) a chiudere la partita, sigilando la quarta vittoria di fila nelle eliminatorie mondiali, portando a 13 i punti conquistati sui 15 a disposizione nelle prime 5 gare, a 8 i gol realizzati in 19 presenze, per confermarsi mattatore assoluto del nuovo corso prandelliano. Ora l’Italia conta 3 punti di vantaggio sulla Bulgaria che però ha giocato una partita in più. La strada verso il Brasile è spianata: basta non distrarsi.

Ma il pensiero torna a Claudio Lippi, alla sua compagna Milena, alla loro bimba Sofia, un anno e mezzo, ai loro familiari, ai colleghi di Milan Channel, a tutti quelli che a Claudio volevano bene anche se non lo conoscevano.

Il lutto e il dolore per la scomparsa di un collega così bravo e così preparato sono profondi proprio perchè Claudio era così bravo e così preparato. Garbato, preciso, competente, mai invadente e mai arrogante, felice di trasmettere un’immagine positiva di se stesso, del Milan, del calcio.

E, anche se non c’è niente da fare. Anche se le parole suonano vuote e solo Dio sa perchè tutto questo sia maledettamente accaduto, non riesci a credere che sia vero. E non riesci a fartene una ragione.