
Nella maggior parte dei casi, quando un giovane sceglie una determinata carriera universitaria, lo fa soprattutto in vista di una continuità nel mondo lavorativo. Tuttavia non è sempre così: infatti spesso accade che il percorso di laurea sia slegato dal mondo del lavoro. Cosa succede quando tra la laurea e il lavoro non c’è “feeling”?
Non è raro che ad esempio la tesi di laurea sia connessa solo al percorso di formazione, e non venga percepita come un possibile punto di partenza in ambito lavorativo. Tutto ciò perchè nella percezione di molte aziende, come spiega Mathilde Beaudouin Durand, [i]recruiting director[/i] di L’Oréal: «Più che l’argomento della tesi o il piano di studi si tiene conto delle esperienze di stage, all’estero e dell’eccellenza del percorso formativo». Il discorso non vale però per le carriere più tecniche: «La tesi è spesso legata all’azienda – commenta Roberto Zecchino, direttore risorse umane di Bosch – perché nelle facoltà scientifiche gli studenti ricavano l’elaborato finale dal tirocinio. Per ingegneria una tesi rispondente all’area d’interesse può giocare a favore».
In generale, i giovani al giorno d’oggi non percepiscono più la coerenza tra percorso accademico e mercato del lavoro: spesso infatti la professione viene scelta in maniera casuale. Tutto ciò si ripercuote in un sentimento di sfiducia nei confronti del futuro: un laureato su tre non riesce a vedersi da qui a dieci anni, solo il 9% si vede pienamente realizzato e un altro 9% dichiara che il futuro ridimensionerà le ambizioni, come evidenziato da una ricerca del Gruppo Sanpellegrino e Tesionline. Per sei giovani su 10 la laurea inoltre non è né un requisito fondamentale né bastevole per trovare un impiego.
Come comportarsi dunque quando si è in possesso di un titolo universitario che non indirizza immediatamente verso uno specifico percorso professionale?
Un modo possibile, quando si cerca lavoro e si scrive un curriculum, è cercare di non apparire volubile e con le idee poco chiare: flessibilità e numerose esperienze sono ben viste, ma senza un percorso ben definito c’è il rischio di apparire “inaffidabili” agli occhi delle aziende. Fondamentale è quindi provare ad esporre il curriculum nel modo migliore possibile, a seconda dell’azienda a cui ci si rivolge e a seconda del lavoro per il quale ci si candida. Bisogna apparire preparati e professionali per il settore di riferimento, mettendo in evidenza le esperienze e i titoli coerenti con la richiesta dell’azienda in questione: in sintesi, nel curriculum a volte è meglio tralasciare o dare poca importanza a quelle informazioni professionali che possono far apparire il candidato troppo “eterogeneo” e poco concentrato su quel determinato ambito professionale.
[i]Fonte: Espertilavoroecarriera.it[/i]