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Acqua benedetta, vince il take away

Anche nelle parrocchie meno ‘blasonate’ arriva l’acqua santa da asporto. Un tempo erano i contenitori a forma di madonnina portati da Lourdes, ma ora i fedeli potranno usare una comune bottiglietta per portare a casa un po’ d’acqua benedetta. Così dopo che a Cassago Brianza (Lecco) poche settimane fa era comparsa l’acquasantiera digitale, a Castello Brianza (Lecco) arriva l’acqua santa da asporto.

Il meccanismo è semplice: al fedele sarà sufficiente recarsi in chiesa con un contenitore e potrà comodamente ‘spillare’ l’acqua santa dal [i]dispenser[/i] in rame situato in fondo alla navata. Un’idea voluta da don Giuseppe Riva che già precedentemente l’aveva sperimentata nella parrocchia di Vedano al Lambro di cui è stato parroco fino a due anni fa.

«Sono numerosi i fedeli che hanno l’abitudine di tenere in casa un po’ di acqua santa e di solito la prendono da fonte battesimale. Con questo erogatore potranno fare la stessa cosa ma più comodamente», spiega il parroco ricordando che questo sistema è già stato adottato in altre chiese e che «non ho inventato nulla. Forse è semplicemente meno diffuso in queste zone».

Nel caso di Cassago Brianza ad approdare nelle volte era stata un’acquasantiera ‘intelligente’ in grado di individuare la presenza di una mano grazie ad un sensore e di erogare la giusta quantità di acqua benedetta, più ‘igienica’ e dosata [i]ad hoc[/i]. Il meccanismo in pratica è come quello dei [i]dispenser[/i] di sapone nei bagni pubblici.