Chirurgia plastica per migliorare l’attività sessuale

Secondo i dati dell’Associazione italiana di chirurgia plastica estetica

(Aicpe), si tratta di uno degli ambiti che negli ultimi anni ha

avuto una crescita maggiore: solo nel 2012 gli interventi di chirurgia plastica ed estetica alle parti intime sono aumentati di quasi il 24 per cento rispetto al 2011, pur rimanendo operazioni di nicchia. Nel registrare questo trend, Aicpe lancia un monito: «Ricorrere al bisturi per migliorare l’estetica dei genitali è una possibilità che deve essere valutata con moltissima attenzione», ha detto Giovanni Botti, presidente di Aicpe.

«E’ necessario ponderare bene – ha aggiunto – la possibilità di operarsi; l’intervento non deve essere affrontato con superficialità o solo perché è una ‘moda’». Importante è rivolgersi solo a chirurghi plastici esperti in questo tipo di interventi, in quanto si tratta di zone molto delicate, che richiedono un’accurata valutazione delle richieste delle pazienti e delle anomalie da correggere.

«Ci vuole non solo esperienza, ma anche cautela nella programmazione degli interventi e precisione nei dettagli durante l’esecuzione. Negli ultimi due anni sono purtroppo aumentati i casi di pazienti già sottoposte a interventi che lamentano risultati scadenti, complicazioni e danni spesso difficilmente riparabili», ha affermato Gianfranco Bernabei, chirurgo plastico consigliere di Aicpe e presidente dell’Associazione Europea di Ringiovanimento e Chirurgia Plastica Estetica Genitale (Arpleg).

Trattandosi di zone intime, viene da chiedersi da dove nasca la necessità di sottoporsi a un intervento chirurgico: «I motivi principali derivano da una sorta di imbarazzo in alcune situazioni intime o quando si indossano certi tipi di costume da bagno», ha detto Botti. «La percezione di ciò che è normale – ha aggiunto – deriva molte volte da quello che è di moda. E la moda oggi sembra richiedere la depilazione totale, situazione che rende più esposto – e visibile – ciò che di solito è nascosto. Depilare in modo totale o quasi le parti intime ha portato a porre attenzione sugli aspetti estetici del pube femminile, quindi a porre alcune richieste ad un chirurgo plastico».

Secondo il presidente di Aicpe però «operarsi solo perché è di moda o per compiacere il partner è del tutto sconsigliato. Di solito alla base ci sono motivazioni psicologiche – ha spiegato – in alcuni casi accompagnate da un fastidio fisico. I problemi che possono derivare però da un intervento non correttamente eseguito in una zona così delicata sono reali e anche seri».

Di certo, l’argomento è sempre più di attualità: «Nei mesi scorsi si è svolto negli Stati Uniti il primo simposio internazionale dedicato alle tecniche di ginecologia plastica ed estetica», ha osservato Bernabei, invitato come chairman al simposio. Le richieste riguardano principalmente interventi di labioplastica, ovvero per ridurre le piccole (a volte anche le grandi) labbra; vaginoplastica, per restringere la vagina, e iniezioni di acido ialuronico o grasso per ridare tono a grandi labbra che abbiano perso volume e turgore.

L’intervento più comune tra le pazienti che hanno partorito è la vaginoplastica, il ringiovanimento vaginale che normalmente è richiesto per risolvere i sintomi legati al rilassamento perineale e del canale vaginale posteriore e per migliorare la funzione e l’attività sessuale. Si esegue anche la liposcultura del [i]mons pubis[/i] e delle grandi labbra, tramite tecniche di lipoaspirazione e tecniche di innesto di grasso autologo. Richiesta normalmente dalle giovani donne legate alle culture che esigono la verginità della donna (quindi ragioni di tipo sociale o religioso) è invece l’imenoplastica per la ricostruzione dell’imene.