Attualità

Movida: amarcord Magoo

di Alessia Lombardo

Tra nostalgia, ricordi e storia. Pubblicata sul [i]social network[/i] Facebook dal [i]deejay[/i] Marco Trivelloni, la foto della sala commerciale del Magoo, scattata direttamente dalla console, ha evocato sensazioni a tutti quelli che sono cresciuti nel locale di via Sassa, inagibile dopo il terremoto del 6 aprile 2009. L’immagine è rimbalzata da una bacheca all’altra, ottenendo numerosi ‘mi piace’ e vari commenti.

Il Magoo era di Adolfo Scimia, oggi proprietario assieme al socio Rodolfo Costantini del ristorante pizzeria Patatina e dell’Arnold’s. Impossibile non ricordare le lunghe notti in cui si tirava a ritmo di musica fino all’alba, in cui nascevano amicizie storiche, amori, simpatie. Baci rubati, ceffoni regalati. Le serate sotto le stelle univano tutti, anche chi nel giorno non si sarebbe mai filato. Le [i]mise[/i] accurate delle ragazze studiate [i]ad hoc[/i] per farsi notare, le sbronze dei ragazzi, le ‘mattate’ che solo l’adolescenza e qualche bicchiere di troppo ti fanno fare.

{{*ExtraImg_106481_ArtImgRight_300x225_}}Notti trascorse sorridendo, sbagliando e imparando, sperando nel futuro, festeggiando la vita. Giovedì universitari indimenticabili in cui i ragazzi aquilani si mescolavano con i tanti studenti fuori sede sedotti da una L’Aquila [i]by night[/i] che raccoglieva numerosi consensi. Le uscite di gruppo per brindare per un esame difficile passato, ironizzando sul compagno secchione o sul prof perfido che non si sarebbe visto più.

Serate indimenticabili, variegate, bizzarre, così uniche da poterci scrivere un libro, dove non potrebbe mancare una pagina sullo storico schiuma party all’aperto in una L’Aquila pronta per l’autunno.

La sala grande commerciale, la saletta house, la versione Magoo estiva con i tavoli nella terrazza all’aperto in cui risuonava la hit della settimana, indimenticabile per molti: ‘Love generation’ di Bob Sinclair. Una movida che non c’è più e manca. Siamo cresciuti e la nostra L’Aquila non sarà più come prima.

Lo scatto di Marco Trivelloni non ha lasciato nessuno indifferente: soprattutto gli aquilani nati nella prima metà dell’80 e del ’70. «Quella foto ha evocato un bel po’ di ricordi – ha spiegato Rodolfo, allora nello staff del Magoo, oggi socio di Adolfo – le serate più affollate erano il giovedì e il sabato, poi la domenica c’era l’aperitivo dopo le partite. Una cosa simile all’Arnold’s di oggi. La saletta house aveva una forte identità tra il 2002 e il 2005». «Da quando abbiamo riaperto in via Ulisse Nurzia – ha continuato – ci chiedono sempre informazioni su come sia messo il Magoo e quando riaprirà. Per il momento non pensiamo alla riapertura, siamo impegnati con Patatina e Arnold’s». «Il piano superiore del Magoo è ko – ha concluso – quello di sotto è ok».

In conclusione una riflessione all’unisono. «Oggi ci svegliamo nell’orario in cui prima andavamo a dormire! I tempi sono cambiati».

leggi anche
di gasbarro aquerello
Personaggi
Riccardo Di Gasbarro, la caffetteria di qualità arriva al Quirinale