L’Aquila: «E’ il momento di ricostruire»

Da Tomaso Montanari a Salvatore Settis, storici dell’arte, professori universitari, funzionari Mibac, insegnanti di scuola tutti insieme a convegno all’Aquila, il 5 maggio, senza distinzioni “per dire con forza che è giunto il momento di ricostruire”.

Partita da un’idea di Montanari e promossa da diverse associazioni, con il sostegno di Italia Nostra, l’iniziativa prevede un ‘corteo silenzioso’ degli storici, il mattino del 5, nel centro storico devastato dal terremoto, e poi il convegno vero e proprio nel pomeriggio nella chiesa di San Giuseppe Artigiano (ex San Biagio ad Amiternum).

L’iniziativa è stata convocata all’Aquila, spiegano, «perché se nella distruzione del monumentale centro della città devastata dal terremoto vediamo l’annullamento della nostra stessa missione culturale civile, sentiamo il dovere di partecipare alla ricostruzione che sta finalmente e faticosamente ripartendo».

Lo stato terribile dell’Aquila, proseguono, «divisa tra monumenti annullati e [i]new town[/i] di cemento, è una metafora perfetta di un Paese che affianca all’inarrestabile stupro edilizio del territorio la distruzione, l’alienazione, la banalizzazione del patrimonio storico monumentale, condannando così all’abbrutimento morale e civile le prossime generazioni».

Gli storici dell’arte, sottolineano, «vogliono dire con forza che è giunto il momento di ricostruire, e di farlo attraverso la conoscenza: ricostruire, restaurare e restituire alla vita quotidiana dei cittadini il centro dell’Aquila; ricostruire il tessuto civile della nazione; ricostruire il ruolo della storia dell’arte come strumento di formazione alla cittadinanza e non come leva dell’industria alienante dell’intrattenimento culturale».

Al convegno anche testimonianze dall’Emilia, egualmente colpita dal terremoto nel suo patrimonio.

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