Morì sul Gran Sasso, sopravvissuto rinviato a giudizio

Avrebbe lasciato l’amico inesperto in balia di una terribile bufera di neve sul Gran Sasso d’Italia, tanto da divenire corresponsabile della sua morte. Per questo motivo, il Gup del Tribunale dell’Aquila, ha rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo l’escursionista aquilano P.S., in relazione alla morte di Massimiliano Giusti, anche lui dell’Aquila, avvenuta esattamente un anno fa sul Gran Sasso. La poca visibilità per lui era stata fatale: l’escursionista non era riuscito più ad orientarsi e ciò aveva comportato la caduta per una decina di metri in un crepaccio.
Secondo l’accusa P.S., suo amico, lo avrebbe lasciato solo. Forse, se fosse rimasto con lui, la vittima avrebbe avuto la speranza di salvarsi. Ad aiutare le indagini la ricostruzione delle diverse telefonate inviate dai cellulari dei due escursionisti al 118 e ai soccorritori nel momento più critico della vicenda. Ma anche i ricordi postati su Facebook e alcune interviste dello stesso P.S. hanno agevolato molto il lavoro degli inquirenti.
Complessa e delicata l’attività di indagine, svolta dagli investigatori dei carabinieri della stazione di Assergi (L’Aquila) e dell’Arma. Nelle fasi preliminari delle indagini sono state raccolte anche le testimonianze di alcuni giornalisti in qualità di persone informate dei fatti. Il processo è stato fissato il 27 settembre.