Attualità

Rischio chiusura per alberghi aquilani

«Ancora una volta la nostra Associazione è costretta a porre all’attenzione dell’opinione pubblica la drammatica situazione in cui versano gli alberghi che hanno ospitato e ancora ospitano i cittadini aquilani terremotati, a causa degli ormai annosi ritardi nel pagamento delle fatture da parte della Regione Abruzzo». E’ quanto si legge in una nota di Federalberghi.

«L’ultimo accordo siglato dalle Associazioni di categoria risale al 2 Luglio 2012 in base al quale sarebbero stati erogati: saldo dei mesi di Settembre, Ottobre e Novembre 2010, anticipo del 75% delle mensilità di Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre 2011, anticipo del 75% del mese di Gennaio 2012. Ad oggi risultano sospesi il saldo di Dicembre 2010, il saldo dell’intero anno 2011 e del mese di Gennaio 2012 e, nonostante le rassicurazioni del Dott. Mancurti, incontrato in una riunione indetta dalle Organizzazioni di settore, non è stato fatto alcun passo in avanti per venire incontro alle esigenze degli albergatori che si trovano ad affrontare gravissime difficoltà economiche causate, nella maggior parte dei casi, da forzate anticipazioni, anche a mezzo di fidi bancari, per poter sostenere le spese quotidiane. E’evidente che la situazione è divenuta ormai insostenibile e che, a breve, numerose attività alberghiere saranno costrette a chiudere i battenti ed a licenziare il personale, peraltro cosa già avvenuta in alcuni zone dell’Aquilano, a causa della forte pressione di banche e fornitori che bussano alle nostre porte per essere pagati, del costo delle utenze e delle contribuzioni INPS ed INAIL richieste al 100%. Ci erano stati preannunciati i pagamenti al 28 Febbraio, ora abbiamo saputo che forse arriveranno nel mese di Marzo ed a questo punto ci chiediamo se la ragione del ritardo sia dovuto ad un rimbalzo di responsabilità o alla mancanza di fondi. Siamo ormai giunti al limite e chiediamo con forza che il Presidente Chiodi dia una immediata risposta, in termini concreti, alle molte aziende che chiedono semplicemente il rispetto degli impegni assunti e la possibilità, una volta per tutte, di poter uscire da un circolo vizioso che mette in serio ed imminente pericolo la loro stessa sopravvivenza. Non ci accontenteremo, come fatto finora, di vuote promesse, vogliamo chiarezza, pretendiamo, perché ne abbiamo il diritto, di sapere con certezza i termini entro i quali la Regione effettuerà la liquidazione dei pagamenti dovuti e ci serviremo di tutti gli strumenti necessari per raggiungere il nostro scopo che è semplicemente quello di avere finalmente a disposizione le provvidenze tanto attese, frutto del nostro impegno e del nostro lavoro».

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