Candidati Pdl, Giuliante: ‘Spettacolo squallido’

22 gennaio 2013 | 16:20
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Candidati Pdl, Giuliante: ‘Spettacolo squallido’

«Si è consumato uno dei più squallidi spettacoli che la politica si è regalata negli ultimi tempi». A sostenerlo, in seguito alla diffusione delle liste elettorali del Popolo della Libertà, è Gianfranco Giuliante, assessore regionale della giunta Chiodi.

Secondo Giuliante «dopo aver protestato per le scelte illogiche che il tavolo romano voleva imporre all’Abruzzo, il tavolo abruzzese ha utilizzato per “ciò che è avanzato” lo stesso metodo. Impolitico, familistico, imbecille». «A nessuno – insiste Giuliante – sarebbe mai venuto in mente di inserire nei primi 6 posti alla camera, due marsicani, due teramani e due chietini lasciando scoperto tutto il resto del territorio regionale. Fuori L’Aquila e Pescara: una scelta che nel contempo punisce il centrodestra e pompa candidature altre, aquilane e pescaresi, fino a ieri contigue al centrodestra ed oggi emigrate altrove».

«Controcorrente – conclude Giuliante – voglio fare l’elogio di Razzi per lo stile, il contegno, la moderazione che è riuscito a dimostrare senza protesta alcuna nonostante gli avessero comunicato che sarebbe stato in lista insieme a Piccone. Uomini di altri tempi».

Durissimo anche il commento di Alfonso Magliocco, secondo cui «le liste del Pdl sono la fotografia della stupiditá politica di chi le ha pensate e imposte sulla testa dei territori».

«Dimenticare appositamente L’Aquila, dopo la tragedia del terremoto e lo sforzo importante profuso dal governo Berlusconi – aggiunge Magliocco – significa regalare al centro sinistra una vittoria a tavolino, evidenziando una miopia politica imperdonabile. La gravità di tale scelte è aggravata dal mancato coinvolgimento dei vertici locali del partito dopo che i coordinamenti provinciali pre candidature, voluti dai vertici regionali e per loro stessa ammissione, servivano per condividere il percorso di formazione delle liste. La serietà, evidentemente, non è un tratto caratteristico di questi signori. Altrettanto infantili sembrano essere le giustificazioni che emergono in queste ore, perchè Roma (vertici nazionali) nulla c’entra e le responsabilità sono tutte abruzzesi».

«L’uso del metodo familistico – prosegue Magliocco – è la dimostrazione di una classe dirigente squalificata, nel ruolo e nella propria attività amministrativa, che non ha la capacità di rappresentare le istanze di tutto il territorio regionale, ma soltanto pagare le cambiali sui propri territori di provenienza. Chi si è macchiato di tale scempio dovrebbe avere l’onestà di fornire spiegazioni plausibili e non sterili dichiarazioni a “scaricabarile”. Evidentemente manca anche il coraggio e allora sarebbe meglio trarne le dovute conseguenze. L’Aquila saprà dare una risposta adeguata».

Serafico, invece, coordinatore regionale del Popolo della libertà Filippo Piccone, secondo cui «purtroppo la composizione delle liste non è mai un passaggio semplice, sono un terno al lotto, i tavoli nazionali dove si prendono le decisioni non danno grandi possibilità di confronto».

In relazione alle proteste, Piccone ammette che «il Pdl perde un’occasione rispetto alle esigenze del capoluogo», ma prende anche l’impegno di «tutelare con i fatti la città attraverso i futuri eletti». Rispetto a Pescara, invece, Piccone dice che «erano stati offerti posti ai dirigenti locali, ma nel gruppo c’é stata poca compattezza e si è innescata una corsa ‘ad escludendum’».

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