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Terremoto: ripartire dal ‘modello L’Aquila’

Il Paese intero guarda alla ricostruzione aquilana come una opportunità in quanto garantisce lavoro senza consumo di territorio. La Cgil ha inserito la scommessa aquilana nel suo piano per il lavoro nazionale. Con una visione più lungimirante lasciata intravedere dal presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani e dalla numero uno della Cgil Susanna Comusso, dal caso L’Aquila si può imparare molto in termini di prevenzione e di modalità di affrontare le emergenze.

Secondo Vasco Errani, presente al [url”convegno nazionale promosso dalla Cgil sulla ricostruzione”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=47617&typeb=0[/url] non è più rinviabile la presentazione di una legge sulle emergenze. Insomma dal modello L’Aquila può ripartire, può essere ricostruito l’intero paese che deve riorganizzare le proprie ricchezze, come sottolineato da Susanna Camusso. «Abbiamo troppe calamità perché abbiamo avuto una storia di cerotti e pezze. In primo luogo è necessario codificare l’emergenza. Aboliamo inoltre l’istituo del commissariamento, alibi per la mancanza di normalità democratica. La camusso ha parlato di una rivoluzione culturale nel paese. Occorre prevenzione per trasformare il territorio in risorsa».

La piattaforma fatta di 8 punti sarà discussa dai sindaci in tutte le sedi lavorative diventando un importante percorso democratico partecipato. Un sindaco stranamente pessimista ha aperto i lavori alle prese con un bilancio degli ultimi 4 anni. Un bicchiere mezzo vuoto che il ministro Barca non ha apprezzato affatto, anzi ha censurato.

Pur criticando il pessimismo e le scaramucce fra enti lo stesso Barca ha dato tre mesi di tempo al massimo per partire con la ricostruzione del centro, altrimenti la comunità potrebbe essere sopraffatta dalla sfiducia. Il periodo dunque è delicatissimo, o si rinasce o si muore.

Massimo Cialente, a sua volta, ha bacchettato il governo uscente anche sulla mancata certezza relativa ai fondi per il prosieguo della ricostruzione. Non c’è stato il coraggio, ha sottolineato: «Ci abbiamo provato – ha risposto in seguito Barca – ma non ci siamo riusciti. Il parlamento non ci ha seguito».

Sempre Barca ha svelato che l’impegno del prossimo governo sarà quello di varare una legge sui giusti per risolvere la questione tasse con un meccanismo di causalità danno per la questione dei contributi da restituire. Il ministro uscente non ha negato poi l’ipotesi di avere un ruolo atti all’intenro del Pd, segretariato compreso. Accelerazione e certezze, ma anche vocazione del territorio, queste le parole d’ordine. «Entro i prossimi tre mesi è necessario dire al paese intero dove vuole andare la città dell’Aquila. Dobbiamo creare ordine come gli acrobati cinesi che riescono a far girare tanti piatti contemporaneamente», ha spiegato Cialente.

C’era anche il presidente della provincia Antonio del Corvo che ha lamentato la strozzatura del genio civile con 1500 pratiche sospese. «Tutti hanno avuto proroghe, tranne noi», ha constatato. Il rettore Di Orio ha invece ribadito il suo impegno a mantenere la residenzialità degli studenti che non può essere nel progetto case, dice la Cgil, ma deve essere in Centro.

Forse un po’ troppo politico l’intervento del segretario Cgil Gianni Di Cesare che ha chiesto di far diventare L’Aquila il simbolo della campagna elettorale in corso.

Illuminato invece Giovanni Lolli che ha parlato di una proposta nazionale per l’adeguamento sismico degli edifici pubblici, un modo per prevenire le emergenze.

Non c’era la Regione Abruzzo, c’era invece Vasco Errani che ha dimostrato di aver fatto tesoro della esperienza aquilana. «Questo paese non può ricominciare sempre daccapo – ha detto Errani -. Non esiste una gestione di emergenza senza idea di comunità. Qui si è deciso di fare i fuochi di artificio. Per la serie facciamo il miracolo. Tuttavia è mancata l’idea di comunità perciò il centro storico è ancora lì. Dovete avere l’orgoglio di sentirvi protagonisti di questo processo di ricostruzione».

Su questo punto si è mostrato d’accordo anche il ministro Fabrizio barca per il quale è ancora assente l’orgoglio delle cose fatte. Barca ha parlato di fase nuova vedendo anche nel documento della Cgil un segno del nuovo che avanza approvando tutti i punti presentati.

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