Politica

‘Inutile ridurre le tasse senza agire per creare lavoro’

«L’abbassamento delle addizionali Irpef e Irap del 30 per cento da parte del Governo regionale rischia di essere un provvedimento inefficace, se non si utilizzano le risorse, frutto di tale riduzione, per fronteggiare quello che è il problema più preoccupante in questo momento, vale a dire la crisi dell’occupazione». A sottolinearlo, attraverso una nota, è il consigliere regionale Franco Caramanico.

«Basta ricordare – argomenta Caramanico – che la disoccupazione giovanile è ormai giunta a percentuali superiori al 36 per cento, per capire che non possiamo più permetterci di rimanere con le mani in mano. A nostro avviso, per fronteggiare questa drammatica situazione, occorre mettere in campo misure ben precise. Penso, ad esempio, che i 40 milioni di euro scaturiti dalla riduzione di Irpef e Irap, potrebbero essere destinati al finanziamento del progetto di legge, da noi presentato diversi mesi fa, sul reddito minimo garantito, una misura presente nella legislazione di gran parte dei Paesi europei».

«Più in generale – prosegue il consigliere – riteniamo, e siamo pronti a farne il punto focale del nostro impegno presente e futuro, che si debba mettere in atto un pacchetto di misure a favore del lavoro. Basta con gli specchietti per le allodole. E’ inutile ridurre di poche centinaia di euro le tasse alle imprese (tra l’altro indiscriminatamente, siano esse in difficoltà o no), quando non si adotta nessun provvedimento in grado di creare lavoro. E la stessa considerazione vale per la riduzione, pari a poche decine di euro, di cui beneficeranno i cittadini».

«Ci auguriamo, inoltre – conclude Caramanico – che la crisi economica che sta trascinando nel baratro migliaia di famiglie solleciti una riflessione che vada nel senso della ridistribuzione del reddito: chi ha avuto la possibilità di accumulare deve pensare anche agli altri, in una logica di solidarietà che rappresenta l’unico antidoto per fronteggiare le difficoltà economiche contro cui lottano le famiglie abruzzesi».

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