
Sono scaduti oggi alle ore 20o i termini per la presentazione definitiva delle firme dei candidati per poter accedere alle primarie del PD per le elezioni politiche del 2013. Si chiudono i giochi preliminari e la partita si giocherà sabato 29 dicembre.
Per L’Aquila i candidati sono Massimo Cialente, Giovanni Lolli (il quale come deputato uscente non ha avuto bisogno della raccolta firme), Stefania Pezzpane, Americo Di Benedetto, Giovanni D’Amico e Roberto Giovagnorio. Paolo Della Ventura ha presentato la sua candidatura nonostante le firme fossero insufficienti e domani Direzione provinciale si riunirà per prendere una decisione in merito e designare ufficialmente la rosa dei candidati.
Lorenza Panei e Michele Fina saranno i candidati di Avezzano ed Eleonora Mesiano per Sulmona.
Sono 9 i candidati della Provincia dell’Aquila, dove saranno allestiti circa 60 seggi.
COME VOTARE – I seggi rimarranno aperti dalle ore 8.00 alle ore 21.00. Possono partecipare al voto le elettrici e gli elettori compresi nell’Albo delle primarie “Italia Bene Comune” e gli iscritti al PD nel 2011 che abbiano rinnovato l’adesione fino al momento del voto.
L’elettore potrà esprimere fino ad un massimo di due preferenze, differenti per genere. L’elenco dei seggi, il regolamento, e i candidati sono consultabili sul sito [url”www.partitodemocraticoaq.it”]http://www.partitodemocraticoaq.it/[/url].
D’AMICO – Sono state le 450 firme raccolte dagli iscritti al PD aquilano (il 10% del totale degli iscritti) a far assumere all’attuale vicepresidente del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, Giovanni D’Amico, l’impegno alla corsa elettorale di fine anno per le candidature alle prossime elezioni politiche.
«Sento, a questo punto, la necessità di mettermi a disposizione per le elezioni primarie, essendo uomo legato al territorio ed avendo sempre ricoperto ruoli istituzionali legittimati dal consenso elettorale diretto», afferma D’Amico.
«Auspico altresì che in futuro si possa restituire totalmente la parola al cittadino, con una legge elettorale che consenta loro di esprimere il proprio consenso, così da superare anche lo strumento delle primarie, che così come siamo costretti ad applicarlo, determina una limitazione del corpo elettorale e un troppo forte ritorno agli apparati politici e di partito».