Attualità

@Pontifex, il cinguettio divino è tra noi

di Tiziana Pasetti

“Cari amici, sono lieto di entrare in contatto con voi tramite Twitter. Grazie per la vostra generosa risposta. Vi benedico con il cuore”.

Eccole! Queste parole erano attese più del ritorno di Cristo in terra o di chi per lui. Il primo tweet di Joseph Ratzinger in arte Il Papa è stato lanciato ieri mattina dalla Sala Nervi in Roma. Ad assisterlo nell’ardua e storica impresa un po’ tutti, primi Thaddeus Jones, del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali e un’agitatissima Claire Diaz-Ortiz, di Twitter.

Telecamere puntate sul tablet e sullo spaesato nonnino, non si è oscurato il cielo come in occasione del venerdì santo, ma il mondo si è fermato, in religioso silenzio, nell’attesa dei 140 caratteri (uno in meno sì, uno in più mai).

Adesso. Io non ho nulla contro il @Pontifex. Però.

Ratzinger è uomo anzianissimo. Era imbarazzante vederlo in quel modo. Un vecchietto manovrato da tutta quella gente con i sorrisi tirati e compiaciuti, la mano (rischio la scomunica ma lo dico, sembrava ET quando cercava di telefonare casa) guidata verso lo schermo sensibile, lo sguardo smarrito.

Ancora.

Ratzinger non passerà alla storia come un Papa emotivo. Però è teologo e filosofo sopraffino. Una mente vera. Io il primo messaggio lo avrei fatto scrivere a lui. Questo è uno dei pochi casi di successo assicurato in partenza. Avrebbe potuto scrivere “Gjffgvvgh #gggggggg hgdyvuyv!!!!!!” e tutti avremmo comunque alzato le braccia al cielo e cliccato sul Segui o sul Retweet in un nanosecondo.

Quando il contenuto non conta puoi permetterti di lavorarci su, puoi permetterti di non buttarti via, di non essere fiacco e commerciale (il tu lo sto dando alla chiesa, sia chiaro).

E sono sicura che Sua Mente JR avrebbe tirato fuori una frase

tuonante,

geniale,

divina.

tpasetti@gmail.com

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