Politica

Gran Sasso chiuso per manifesta incapacità

«Quanto la città sia costretta a soffrire per il Gran Sasso, non è altro che il fatale palesarsi della cronica incapacità dell’amministrazione comunale di programmare per tempo anche i normali atti amministrativi quali appunto la revisione ventennale di un impianto di sua proprietà.

Le promesse e l’urgenza e la logorante (per operatori, tecnici e operai) attività di questi giorni cozzano con l’immobilismo dei mesi e degli anni scorsi quando non si è provveduto per tempo neanche alla ORDINARIA AMMINISTRAZIONE di una stazione montana.

Sembrerebbe quasi che si dorma per mesi, a volte per anni, proprio per arrivare a gestire tutto in emergenza, con modalità che poco hanno a che fare con la corretta e trasparente amministrazione della cosa pubblica.

Tutt’altra musica invece in altri contesti, anche in casa nostra: il Parco del Gran Sasso – Laga programma e progetta a livello europeo accreditandosi con autorità a livello internazionale; si è dotato da anni di un piano urbanistico (piano d’area) che attende solo di essere implementato dai titolari dei terreni (comune e CTGS in primis).

Lo stesso Parco del Gran Sasso – Laga, come ha recentemente illustrato alla II Commissione Consiliare, ha ulteriormente approfondito la progettazione territoriale ed attende che dal comune qualcuno “batta un colpo”. Ne va dell’attrattività turistica sostenibile del comprensorio.

Speriamo che anche in questi casi non si cada ancora nell’immobilismo paralizzante tipico di questi ultimi anni.

Nel frattempo, come sempre, il Sindaco continua (solo) ad annunciare progetti faraonici, ipotetici investimenti milionari, sviluppi eclatanti di un settore con il quale neanche dialoga. Figuriamoci se può pensare di gestirlo e svilupparlo.

Su tutto ciò è ora ci si assumano le proprie responsabilità».

L’Aquila che vogliamo

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