Ospedale, blitz al dipartimento di salute mentale

di Marianna Gianforte

Blitz della commissione speciale d’inchiesta del Senato sul Sistema sanitario nazionale nei container del Centro diurno psichiatrico e del Centro di salute mentale di Collemaggio. Il senatore del’Italia dei valori, Alfonso Mascitelli, delegato dal presidente Ignazio Marino ha svolto un sopralluogo insieme ai carabinieri del nucleo dei Nas.

«Drammatica» la situazione trovata nei due container, a distanza di quasi 4 anni dal sisma e 7 mesi dall’ultimo sopralluogo della commissione d’inchiesta, il 14 marzo, quando Mascitelli e Marino vennero accompagnati dal manager della Asl, Giancarlo Silveri, a visitare tutte le strutture sanitarie dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila.

Tante le criticità riscontrate allora: oltre ai due container del dipartimento di salute mentale, era stata rilevata una situazione di precarietà anche al cosiddetto “ospedale del G8”, che ospita ancora pazienti pur essendo una struttura provvisoria, e all’Anatomia patologica. Lo scenario che si è aperto davanti agli occhi del senatore e dei carabinieri del Nas è «vergognoso», ha detto Mascitelli, che ha parlato di «offesa alla dignità dei pazienti dell’Aquila». I carabinieri hanno fotografato «bagni congelati e quindi difficili da utilizzare, acqua che filtra attraverso il tetto di lamiera mentre i pazienti sono in visita, stufe elettriche utilizzate per riscaldarsi».

Mascitelli ha trovato una situazione «uguale se non addirittura aggravata rispetto a quella di marzo», e c’è da chiedersi se non se l’aspettassero, visto che il sopralluogo è avvenuto a sorpresa, sollecitato «dalle segnalazioni che pervenivano alla Commissione e che manifestavano i disagi dei pazienti e degli operatori sanitari», ha spiegato il senatore.

«Il diritto alla salute è stato disatteso nel Centro diurno psichiatrico e nel Centro di salute mentale. Il 14 marzo abbiamo avuto precise rassicurazioni dal direttore della Asl, che ci disse che nel giro di pochissimo tempo quella situazione di precarietà drammatica sarebbe cessata grazie a un piano sanitario preciso. Purtroppo non è così. Abbiamo trovato una situazione di una drammaticità aggravata dal fatto che queste strutture, in container, sono prive di qualsiasi requisito strutturale, sanitario e organizzativo rispetto alla funzione alla quale sono chiamati. Non possiamo più aspettare. È necessario che il percorso successivo segua il normale iter».

Adesso i due container rischiano la chiusura. Con interruzione di pubblico servizio: un reato penale. La commissione ha, infatti, potere di autorità giudiziaria. Intanto, il nucleo dei Nas ha chiesto alla Als di fornire tutta la documentazione relativa alle autorizzazioni dei due container. Una volta completata la documentazione fornita dal nucleo dei Nas, se si dovesse ravvisare qualche incongruità la commissione ha il potere di ordinare la chiusura.

«Da un nostro primo esame», ha chiarito Mascitelli, «e dalle preoccupazioni anche dei Nas, dubito che le strutture abbiano i requisiti giusti per svolgere attività sanitarie». La posizione della commissione del Senato, dunque, sembra essere irremovibile nel voler vedere «ripristinato lo stato di totale integrità degli ambienti in cui devono essere curati i pazienti aquilani».

Dura la denuncia di Mascitelli: «In nessun’altra parte del nostro Paese ci sono pazienti curati nei container». L’accelerazione a svolgere il sopralluogo nelle strutture sanitarie del capoluogo terremotato, sarebbe stata impressa dalla crisi di governo. Prima della chiusura della legislatura «vogliamo concludere le indagini sulla tutela della salute mentale già avviate, e non lasciare in sospeso nulla del lavoro fatto precedentemente, compresa la visita sulla sanità aquilana. Io non credo che né il presidente della Regione Gianni Chiodi, né Silveri farebbero curare un loro familiare nei container. Non possiamo considerare i cittadini aquilani cittadini di serie B».

Sul sopralluogo della commissione del Senato sul Servizio sanitario nazionale è intervenuta anche l’Associazione 180 amici L’Aquila Onlus. «La commissione ha evidenziato come a 7 mesi dalla prima visita ispettiva la situazione del Centro diurno psichiatrico sia rimasta drammaticamente invariata», ha scritto in una nota il presidente dell’Associazione, Alessandro Sirolli.

«A oltre 3 anni e 8 mesi dal sisma il centro diurno è ancora nei container e l’esito dell’ispezione effettuata dai Nas potrebbe concludersi con la dichiarazione di inagibilità e quindi è forte il rischio di sospensione del servizio. La situazione igienico-sanitaria nei container è insostenibile a norma di legge e di civiltà. Grave è la responsabilità della Direzione Generale su tale conclusione che ricade come insopportabile disagio per gli utenti e familiari. Il manager Giancarlo Silveri ha ignorato la nostra lettera del 9 febbraio 2012, ha ignorato gli ordini del giorno dei consigli provinciale e comunale, così come la nostra lettera aperta del 28 settembre 2012, evidenziando di fatto la colpevole disattenzione e lasciando intravedere una strategia di distruzione del Servizio».

«Chiamiamo tutte le istituzioni, le organizzazioni sindacali, le associazioni in difesa dei diritti dei cittadini a pretendere che l’azienda sanitaria garantisca la continuità delle attività del Centro diurno psichiatrico, trovando immediatamente una nuova collocazione nel rispetto della dignità dei cittadini utenti e operatori».