
‘Sedotti e abbandonati’ a causa degli atteggiamenti schizofrenici sul centro storico, molti ragazzi aquilani, determinati a riconquistare il cuore della città, hanno trovato una propria dimensione. Del resto, prima si è detto loro «non incontratevi più nei centri commerciali, tornate in centro», ora si dice loro «andate via», quindi implicitamente, il messaggio è tornate nei centri commerciali. In tanti, però, non ci stanno, dimostrando forse che la movida in centro potrebbe perfino prescindere dall’esistenza dei locali del corso stretto.
Come se si trovassero a fare una scampagnata di Pasquetta, quando il meteo lo consente, molti ragazzi, di notte, si concedono un barbecue in piazza del Teatro, piuttosto che in un’altra piazzetta di zone rosse e dintorni.
Una pratica dimostrata dai bidoni con il carbone trovati i giorno dopo. Qualcuno usa perfino le carriole per il barbecue. Un costume confermato anche dall’assessore Marco Fanfani, che non ha potuto non notare anche un’altra nuova abitudine dei ragazzi aquilani: quella di suonare i bonghi e bere vino comprato al supermercato, si preferisce il fiasco da 5 litri.
Tuttavia, da quando il centro è stato chiuso nel mese scorso, anche gli intrepidi nuovi pionieri del centro hanno dato forfait, nonostante la riapertura. In parte la sparizione potrebbe essere stata determinata dal freddo, tuttavia sembrano disertare anche gli [i]habitué[/i] dei pub del corso stretto, segno che la paura è rimasta. A confermarlo è Maurizio Cantalini gestore de L’Ingordo Laico, per il quale non è corretto affermare che la movida può prescindere dai locali. «Sono convinto che se i pub sono chiusi, anche i ragazzi dei bonghi e dei barbecue non verranno più in centro». Per Cantalini, l’importante è che la gente giunga in centro perché prima o poi entrerà anche nei locali. A.Cal.
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