Giornata internazionale in ricordo di Giovanni Falcone

L’Università dell’Aquila ha tentato in molti modi di dare il proprio contributo alla cultura della legalità. In questo spirito, a venti anni dalla strage di Capaci, è stata organizzata una giornata di studi, promossa dall’Università dell’Aquila e dall’Università di Varsavia, sotto il Patrocinio dell’Ambasciata d’Italia.

L’evento si terrà l’8 novembre 2012 a Varsavia, con la partecipazione del procuratore Nazionale Antimafia dottore Pietro Grasso, della professoressa Maria Falcone e del dottore Michele Prestipino, Procuratore aggiunto di Reggio Calabria.

Molte persone che hanno collaborato con Giovanni Falcone, anche se impossibilitate a partecipare, hanno manifestato il proprio forte sostegno. Per tutti, sarà presente in [i]video-conference[/i] da New York, Richard Martin, già addetto legale presso l’Ambasciata Usa di Roma.

Il simposio prevede la proiezione del film Convitto Falcone, di Pasquale Scimeca, presso il [i]Polish Film Institute[/i], alla presenza di registi e produttori. Si svolgerà una messa solenne, nella Cattedrale delle Suore di Clausura Visitandine e sarà presentato il volume: “Giovanni Falcone. Un eroe solo“, alla presenza della professoressa Maria Falcone.

Tra gli altri, parteciperà Vito Catalano, nipote di Leonardo Sciascia, con una relazione a proposito della nota polemica sui professionisti dell’Antimafia.

«L’incontro – afferma il professore Francesco Sidoti, criminologo, ordinario presso l’Ateneo dell’Aquila – si svolge anche in memoria di ‘[i]Pizza connection[/i]’, il più grande successo investigativo internazionale del dopoguerra, reso possibile dalla collaborazione tra americani e italiani».

Il professore Sidoti, che terrà una relazione dal titolo “Giovanni Falcone e il contributo specifico dell’Italia alla legalità internazionale”, continua: «In questa prospettiva, Varsavia è il luogo ideale di una celebrazione, perché Giovanni Falcone non era uomo di periferia: era al centro di quella lotta per la legalità che spesso si combatte nelle periferie più furiosamente che altrove».

«Dopo vicende storiche spesso tragiche, tra post-nazismo e post-comunismo – prosegue il professore Sidoti – grazie all’intervento di Papi e di operai, Varsavia è stata in un certo senso come Palermo: un confine e un confronto epocale, per la vita e per la morte, tra vecchio e nuovo, tra il Bene e il Male. L’eredità lasciata da Giovanni Falcone è luminosa, perché da quel giorno comincia una reazione vittoriosa dello Stato italiano e della società italiana. In questo senso, l’incontro è una celebrazione della migliore italianità e del contributo che diamo alla legalità internazionale. Esiste un’immagine positiva dell’Italia, che con orgoglio possiamo celebrare in tutto il mondo».

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