Politica

Lolli non vota la fiducia, Casapound plaude

«Da aquilani e da italiani non possiamo che apprezzare il coraggioso gesto del deputato del Pd Giovanni Lolli, che andando contro la linea del suo partito ha scelto di non dare il suo voto di fiducia al governo Monti per protesta contro la decisione degli enti previdenziali, sostenuta dal ministro Fornero, di chiedere la restituzione del 100% dei contributi previdenziali sospesi a causa del sisma del 6 aprile 2009, rispondendo così alle esortazioni rivoltegli dai cittadini e dalle associazioni aquilane, tra cui CasaPound». E’ quanto afferma in una nota Paolo Ardini, portavoce di CasaPound L’Aquila.

«Un gesto ancora più notevole, quello di Lolli – continua Ardini – se si considera che è parlamentare di un partito, il Pd, che si segnala, a dispetto della piena adesione politica al modello liberista, per una linea di gestione rigidamente ‘sovietica’ dell’ordine interno, evidente retaggio del passato comunista, come dimostrano gli attacchi cui è soggetto con cadenza giornaliera il candidato “dissidente” alle primarie Matteo Renzi. Resta comunque il fatto che la scelta da parte del ministro Fornero di appoggiare la richiesta di restituzione al 100% dei contributi previdenziali sospesi non costituisce un caso isolato, ma fa parte di una linea politica, perseguita dall’attuale governo fin dal giorno suo insediamento, di rinuncia alla sovranità nazionale a favore dei tecnocrati di Bruxelles e di disinteresse per i bisogni degli italiani, subordinati agli interessi di banche e poteri forti. L’unica linea davvero coerente con gli interessi de L’Aquila e dell’Italia intera non può quindi che essere quella di non fornire alcun sostegno ad un governo non eletto dal popolo e che non fa gli interessi del popolo».

«CasaPound – conclude Ardini – è stata fin dal primo giorno contraria al governo Monti, e continuerà sempre ad esserlo. Tocca ad altri ora prendere definitivamente atto della situazione che si è venuta a creare nel nostro paese e perseguire la linea della coerenza, abbandonando la politica del piede in due staffe: barricaderi a L’Aquila, e ligi esecutori di ordini di partito a Roma. Solo così acquisiranno davvero i titoli per poter guidare la protesta degli aquilani contro lo strangolamento economico della nostra città, decretato da un governo antinazionale».