Stop al dolore in pronto soccorso

Basta al dolore acuto e prolungato in pronto soccorso. E’ il risultato del lavoro di circa due anni per l’elaborazione di linee guida nazionali condivise, che stanno per vedere la luce grazie alla collaborazione di sette società scientifiche e di cui si è discusso al congresso nazionale Simeu, Società italiana medicina d’emergenza-urgenza, in corso a Rimini.

Secondo una ricerca condotta nel 2010 dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa sulla [i]customer satisfaction[/i] nei pronto soccorso di alcune regioni italiane campione, l’unico dato uniformemente negativo era quello relativo al trattamento del dolore.

Inoltre, da uno studio Simeu condotto nel 2010 su dati dell’anno precedente relativi a oltre 50 pronto soccorso italiani si desume un indice di una fiala di oppiaceo somministrata ogni 100 accessi, ma nei casi peggiori il dato è di una fiala ogni diecimila accessi. E nelle strutture più virtuose il rapporto sale a 5 su 100: un dato assolutamente insufficiente, secondo i promotori del trattamento del dolore acuto in urgenza, anche se mancano ancora precisi parametri di riferimento in questo ambito.

In base alle indicazioni contenute nelle linee guida, la presa in carico del dolore del paziente deve iniziare dal [i]triage[/i], la prima valutazione clinica immediatamente successiva all’accettazione: nel caso di dolore classificato come ‘lieve’ o ‘moderato’ interviene l’infermiere: seguendo una precisa procedura prestabilita, questi somministra un analgesico al paziente, in attesa della visita del medico.

Nel caso più gravi di dolore valutato come ‘severo’, per esempio una colica renale o una frattura ossea, dovrà intervenire prontamente il medico con la somministrazione del farmaco adeguato.

«Il trattamento del dolore in emergenza – commenta Giorgio Carbone, presidente nazionale di Simeu – deve essere uno degli obiettivi fondamentali del medico di emergenza-urgenza. La nostra società si impegna a garantire un’adeguata formazione anche in questo campo».

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