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Ricostruzione: Celotto fa i conti con Chiodi

In occasione della diffusione della relazione finale predisposta dal commissario delegato alla ricostruzione Giovanni Chiodi e nonostante, si legge in una nota del ministero per la Coesione territoriale, «l’incompletezza del testo in questione rilevata da Fabrizio Barca nella sua lettera al commissario», il capo di gabinetto del ministro per la Coesione territoriale Alfonso Celotto precisa che «è possibile tracciare un quadro finanziario a oggi per le prossime fasi della ricostruzione in Abruzzo, in aggiunta ad eventuali disponibilità non finalizzate presenti nella contabilità speciale gestita fino al 31 agosto dal commissario delegato».

LE RISORSE DISPONIBILI – Celotto ha precisato che «le risorse ancora disponibili a valere sui fondi per la ricostruzione pubblica e privata ai sensi dell'[i]articolo 14 comma 1 del D.L. 39/2009[/i], ammontano a circa 2,5 miliardi di euro» e che «nell’ambito di questi 2,5 miliardi, una quota pari a 250 milioni sarà resa disponibile nei prossimi giorni per la ricostruzione degli edifici privati tramite la concessione di contributi diretti sulla base di quanto disposto con [i]delibera Cipe 43/2012[/i]».

Inoltre, ha concluso «alla data odierna risultano oggettivamente disponibili per la ricostruzione degli edifici privati anche 103 milioni da erogarsi tramite la cassa depositi e prestiti per il finanziamento di nuove richieste di ristrutturazione edilizia».

LA LETTERA DI BARCA A CHIODI – La lettera a cui fa riferimento il ministero per la Microcoesione territoriale è una missiva inviata ieri sera da Barca a Gianni Chiodi in merito alla relazione finale predisposta dal commissario delegato alla ricostruzione e inviata il 29 settembre scorso al presidente del Consiglio dei ministri.

Nella lettera, secondo quanto reso noto dal ministero Barca metterebbe in evidenza «l’importante valore del documento dal punto di vista storico-documentale, programmatico e legale» e «l’utilità della relazione quale presupposto per l’emanazione dei successivi provvedimenti, necessari a definire i prossimi stanziamenti di risorse per la ricostruzione dei centri storici, e a disciplinare i rapporti in essere sul territorio colpito dal sisma del 2009».

Tuttavia Fabrizio Barca ha fatto anche presente che «la relazione è da ritenersi incompleta, perché risponde solo in parte alle richieste di informazioni avanzate, più volte per mio tramite, dal capo di gabinetto e dal capo del DiSET”.

Nonostante questo, ha aggiunto Barca «ho proposto l’emanazione dei primi atti normativi previsti dal D.L. 83 (i decreti disciplinati dai commi 4 e 5 dell’art. 67bis) sulla base delle informazioni contenute nella relazione, per evitare che l’inerzia produca il blocco delle attività di ricostruzione con gravi danni innanzitutto per la popolazione. Resta infatti aperta la possibilità di intervenire normativamente in un secondo momento, qualora emergano elementi integrativi dell’attuale quadro cognitivo».

LA REPLICA DI CHIODI – «Nessun commissario nella storia ha mai rimesso una relazione puntuale e ponderosa come quella di 1500 pagine che ho consegnato io al Governo. Magari ne avessi avuta una così quando mi sono insediato» ha replicato Chiodi. «Lo stesso Ministro – ha aggiunto il governatore – ha del resto riconosciuto il valore del documento e le incompletezze di cui parla sono quelle che io stesso ho evidenziato nella mia relazione e fanno riferimento a dati chiesti ai comuni e non ancora pervenuti». «Comunque – ha concluso Chiodi – si tratta di incompletezze marginali, che non impediscono il proseguo dei provvedimenti ed, infatti, mi pare che il Governo si stia attivando in tal senso».

In calce il testo integrale della nota che Gianni Chiodi, ha trasmesso al ministro Barca, in merito alla relazione al presidente del Consiglio dei ministri prevista dall’[i]articolo 87-bis, comma 4, del DL 83/2012 come convertito in legge[/i].

[i]Caro Ministro, caro Fabrizio,

in riscontro alla tua nota del 4 ottobre scorso, devo preliminarmente ringraziarti per il tuo apprezzamento del lavoro svolto da me e dalle soppresse strutture commissariali a favore delle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009.

Devo ringraziarti altresì, per aver colto, nella relazione resa al Presidente del Consiglio dei Ministri prevista dal DL 83/2012, la complessità del lavoro di ricognizione delle molteplici attività che hanno interessato la funzione di Commissario Delegato per la Ricostruzione da due anni e mezzo a questa parte.

Sono d’accordo con te quando parli di relazione “incompleta”, ma mi permetto di rammentarti che i miei collaboratori hanno immediatamente informato le tue strutture che le richieste contenute nel “dossier informativo”, cosa diversa dalla relazione formale al Presidente del Consiglio dei Ministri in quanto elementi aggiuntivi richiesti dal tuo Capo di Gabinetto, non potevano essere tutte riscontrate in quanto non si era e non si è in possesso dei relativi dati.

Più volte sono state evidenziate puntuali criticità rispetto alla impossibilità di completare con esattezza i relativi quadri informativi per cause di natura diversa, di ordine tecnico e finanche in quanto gli enti competenti a fornire le informazioni avevano, a loro volta, difficoltà nel reperire, collazionare e trasmettere i dati.

Caso emblematico di questa ultima specie è il Comune dell’Aquila che, ad esempio, non ha fornito il quadro del personale, costringendo lo scrivente ad essere inadempiente rispetto al disposto normativo contenuto all’art. 67-bis, comma 4, del DL 83/2012, ove si prevede che il Commissario fornisca una ricognizione del personale impiegato nelle attività emergenziali e di ricostruzione.

Tramite la mia Segreteria ho poi informato il tuo Gabinetto della difficoltà scaturente dalla repentina cessazione dell’emergenza al 31 agosto u.s., dopo appena tre settimane dall’entrata in vigore del DL 83/2012, che ha obbligato ad effettuare una “fotografia” su momenti di un procedimento amministrativo di erogazione delle risorse complesso e di portata giuridica diversa.

In quella sede è stato rappresentato che la procedura di spesa durante l’emergenza prevedeva la fase della individuazione del fabbisogno, della emissione del decreto commissariale di programmazione della spesa, di verifica progettuale, di approvazione della spesa, del controllo preventivo alla Corte dei Conti e, infine, della emissione del mandato di pagamento.

L’interruzione al 31 agosto delle diverse procedure in piedi, avrebbe causato la conseguente consuntivazione di attività ricollocabili in stadi diversi della procedura appena cennata, con difficoltà di individuare i soggetti che, nell’ordinario, avrebbero dovuto continuare l’iter.

Chi avrebbe dovuto, ad esempio, gestire l’approvazione di una spesa, previo esame progettuale, di un intervento riguardante un edificio pubblico posto in un comune del cratere per il quale era stata prevista la spesa solo in termini programmatori? Era necessario proporre il relativo trasferimento delle risorse programmate all’ente proprietario, rinunciando al controllo di legittimità ed economico sulla progettazione, o trasferire le stesse risorse ad altro ente (quale?) che avrebbe dovuto controllare l’ipotesi progettuale e poi approvare la spesa?

Di conseguenza, l’individuazione delle risorse in giacenza presso la contabilità speciale e il loro conseguente  trasferimento, non può che avvenire dopo l’esatta definizione degli enti ordinariamente competenti e non viceversa.

I problemi accennati, del resto, sono stati continuamente condivisi con le strutture del tuo dicastero, visto che, in questi ultimi otto mesi e in questi ultimissimi giorni che hanno preceduto la compilazione della relazione e del dossier informativo, i miei uffici hanno lavorato sempre in stretta e continua collaborazione con i tuoi.

Per queste ed altre ragioni, come sai, ho proposto, e so che tu hai per la maggior parte favorevolmente accolto, alcune norme da inserire nel previsto Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che potrebbero ovviare a molte delle criticità testé esposte.

Alla luce di ciò, apprendo positivamente che tu abbia comunque proposto l’emanazione dei primi atti normativi  previsti dal DL 83/2012, con riserva di integrare, con successivi atti, le eventuali questioni che necessitano di ulteriori approfondimenti[/i].

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