
Il Comune dell’Aquila si organizza per fornire alle imprese uno sportello amico che possa indirizzare i cittadini sul [i]De Minimis[/i] e dare così una mano a espletare tutte le pratiche burocratiche.
Sono oltre mille le domande attese per i 90 milioni di euro della ex Zona franca. Non solo, nel contempo il Comune ha chiesto un incontro al governo al fine di definire i regolamenti attuativi per gli aiuti di Stato.
Le novità sono state annunciate dall’assessore comunale al Commercio, Marco Fanfani, in occasione della presentazione di uno studio del Formez sulla ricollocazione delle attività produttive e commerciali in generale nel post sisma. Lo studio è costato circa un milione di euro, derivanti da donazioni, e sarà la base di partenza per avere una fotografia delle attività commerciali nel post sisma anche se i dati immessi risalgono al 2010 benché implementabili.
A breve ogni commerciante dovrà dotarsi di Pec e far confluire tutti i dati della propria attività nella banca dati dell’amministrazione comunale. Il volume del Formez cui si accompagna un altro volume sui criteri di progettazione in zona sismica, è un’attività di studio sul tessuto imprenditoriale dei territori colpiti dal terremoto e l’individuazione di settori produttivi prioritari per il riavvio dell’economia aquilana. Grazie ai dati del sistema informativo è stato possibile collegare le schede del censimento degli esercizi commerciali alla cartografia del territorio.
Il progetto ha dunque contribuito a sistematizzare le informazioni sulla localizzazione delle attività commerciali che hanno subito danni. Solo qualche dato esemplificativo sulle mille attività del centro storico: il 50% si è trasferito in immobili esistenti, il 30% in nuovi manufatti e il 20% deve ancora ricollocarsi. Le rilocalizzazioni in base alla delibera 57 sono state per il 15% di tipo artigianale, 1% industriale, 29% esercizi di vicinato, 305 pubblici esercizi, 25% servizi.
Per il piano commerciale del Comune dell’Aquila, comunque, c’è da attendere ancora un anno, «non per mancanza di dati – spiegata l’assessore– ma solo per il fatto che la proprietà delle aree a servizio del Progetto case e Map, dove dovranno sorgere esercizi commerciali, solo in questi giorni stanno tornando nella disponibilità del Comune dell’Aquila e non si sa quale sarà la reazione dei privati espropriati né una sicurezza sulla destinazione urbanistica di queste aree».