
Le penne nere guardano avanti, ora puntano tutto sul 2015 per ottenere in quell’anno il raduno degli Alpini. Non solo una questione di prestigio per la città che ospita la manifestazione ma un vero affare da circa 50 milioni di euro di indotto stimato a fronte di circa un milione e mezzo di investimenti per l’organizzazione.
L’Aquila ha perso la partita quando il raduno sembrava essere già cosa fatta. Il «piccolo vascello degli abruzzesi si è scontrato contro la corazzata del Triveneto, che ha puntato su Pordenone». «È mancata la solidarietà da parte delle penne nere del Nord», sottolinea amareggiato Carlo Frutti, coordinatore del comitato per l’adunata aquilana, ora agli Abruzzesi non resta che puntare tutta la posta sul 2015.
«L’Ana ha perso una occasione – continua Frutti – probabilmente ci sono stati giochi diversi anche interni all’associazione. Questa amarezza tuttavia è il più grande stimolo per andare avanti. Sin da ora diciamo alle sezioni, noi ci candidiamo e speriamo dunque che nessuna sezione si candidi contro L’Aquila. Quella di Pordenone è stata voluta».
L’Aquila si lecca le ferite dopo lo schiaffo del grande Nord: «Siamo tutti colpiti e amareggiati rispetto alla notizia appresa sabato – ha aggiunto il capogruppo del Pd, Maurizio Capri, alpino anche lui – Noi abbiamo fatto il massimo, sia per la logistica, sia per impegni economici. Riproporremo questa candidatura il prima possibile per il rilancio di immagine della città».
É stato il presidente Ana Abruzzi Giovanni Natale a spiegare che L’Aquila è stata battuta dalla forza dei numeri. «Sul dossier abbiamo avuto parere positivo da consiglio nazionale – aggiunge -. Purtroppo gli abruzzesi sono in netta minoranza esprimendo solo due voti su 21. Abbiamo perso 13 a 7. Tuttavia l’intero consesso è apparso concorde a non demordere e riprovare e riproporre la candidatura per l’anno successivo. Il Triveneto non può pensare di rimanere chiuso solo perché rappresenta la maggioranza. Ogni raduno richiama da 300 mila a 500 mila alpini. Avevamo reperito sia le coperture finanziarie sia le infrastrutture».
Sull’aquila c’è stata insomma una buona convergenza di tutti gli enti del mondo produttivo e degli sponsor. Certo, nulla a che vedere con i colossi industriali del Nord che non hanno problemi a sponsorizzare il raduno.
A.Cal.