Cronaca

Pescara: la quiete dopo la tempesta

Sono migliorate nella notte le condizioni del fiume Pescara, che ieri aveva tenuto in apprensione la città dopo i violenti nubifragi che si sono riversati sulla costa adriatica. Scongiurato quindi il pericolo di una esondazione; la Prefettura segnala però temporali forti in arrivo nel pomeriggio, anche se la situazione dovrebbe essere sotto controllo.

L’Abruzzo si è comunque risvegliato contando i danni degli allagamenti e smottamenti, nelle campagne e negli insediamenti produttivi, anche negli stabilimenti balneari.

Si è quasi risolta intanto la situazione nell’ospedale di Pescara: ieri i reparti di radiodiagnostica erano stati chiusi per le infiltrazioni d’acqua giunta dall’esterno. Dalla notte il nosocomio è di nuovo autosufficiente per i pazienti ricoverati e da lunedì potrà di nuovo essere operativo per le urgenze degli altri ospedali regionali.

BALNEATORI CNA: ‘DANNI RILEVANTI’ – «Migliaia di metri cubi di arenile ingoiati dalla furia del mare. Danni rilevanti a strutture e beni degli stabilimenti balneari. Mentre ci si chiede che fine abbiano fatto gli interventi promessi a difesa degli arenili». E’ il bilancio tratteggiato, a poche ore dal nubifragio che ha sconvolto il litorale abruzzese, dalla Fab-Cna, la Federazione autonoma dei balneatori abruzzesi.

A redigere un prima, anche se prevedibilmente ancora sommaria e provvisoria conta dei danni, è lo stesso segretario regionale Cristiano Tomei, che ieri e stamattina ha effettuato un sopralluogo su diversi tratti della costa: «I danni più seri si contano nel Teramano. Da Martinsicuro a Silvi, dove il mare ha praticamente raggiunto in alcuni tratti le piattaforme degli stabilimenti, la spiaggia assomiglia a un campo di battaglia, con cabine spazzate vie dalla furia del vento e del mare e detriti sospinti dalle onde accumulati sull’arenile. I danni alle attrezzature non si contano. E la spiaggia, lungo tutto questo tratto, è stata erosa pesantemente: chi dovrà adesso provvedere alla sistemazione di questo disastro, sapendo che i Comuni da soli non possono farcela?»

E non vanno meglio le cose, neppure nell’area centrale della regione o più a sud: «Tra Montesilvano, Pescara e Francavilla, gran parte degli ombrelloni hawaiani, che sono poi uno dei tratti più caratteristici di questo pezzo di spiaggia, sono andati distrutti. Più a sud, tra Vasto e San Salvo, i danni sono ingenti e diffusi».

Il maltempo delle ultime ore è servito alla Fab-Cna per testare l’efficacia e l’efficienza del sistema di allerta meteo messo a punto, nelle scorse settimane, con il sito Abruzzo Meteo: «Grazie a questo sistema – conferma Tomei – i piccoli stabilimenti, avvisati per tempo di quanto stava per accadere, sono stati in grado di mettere al sicuro sdraio e ombrelloni. Operazione ovviamente più complessa per le strutture di maggiori dimensioni, che sono quelle più colpite. I danni alle strutture ricettive, e non poteva essere altrimenti, riportano in primo piano il dibattito sugli strumenti di difesa degli arenili: Dove sono finiti – chiede il segretario regionale della Fab-Cna – i 5 milioni di euro annunciati un anno fa dalla giunta regionale abruzzese per la difesa della costa? Gli operatori balneari, gli albergatori, i titolari di camping e di villaggi turistici stanno attendendo invano risposte, vogliono sapere quanto tempo occorrerà per mettere al sicuro strutture che garantiscono reddito e presenze turistiche».

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