Musica e parole al convento di San Basilio

25 agosto 2012 | 11:38
Share0
Musica e parole al convento di San Basilio

Domani, domenica 26 agosto, a partire dalle 19.30 il monastero di clausura di San Basilio ospiterà l’evento ‘La città dolente, le attese, spirito di riconquista’: un’iniziativa di sensibilizzazione e solidarietà nei confronti del più antico monastero aquilano e della sua missione in Africa intitolata a Celestino V.

L’evento – organizzato nell’ambito del progetto “Cordata per l’Africa” – si configura come una carrellata di performance costruite sulla narrazione e la musica nel convento delle suore celestine, tra l’orto, la clausura in legno e la legatoria, a ridosso delle mura medievali.

Uno sguardo alla situazione della città (dolente), in un momento di attesa, ma con un uno spirito di riconquista. Questo il filo conduttore dell’iniziativa curata da Vincenzo Battista e Angelo De Nicola, che vedrà riuniti professionisti, enti e associazioni in un’idea no profit per contare, per esserci, per stare dentro un luogo fisico che assomma una straordinarietà di elementi storici e urbanistici, oltre che religiosi.

Il programma prevede un’interpretazione dell’attore Marco Valeri e del maestro Francesco Mancini dell’accademia chitarristica aquilana, in narrati e melodie nell’orto del monastero.

L’iniziativa, in collaborazione con il Lions Club L’Aquila Host, si avvale del supporto di Mister Wolf Srl che curerà la diretta internet della serata (www.mister-wolf.it/lacittà) e la promozione e della One Group. Eccezionale l’ormai consolidato connubio con la scuola aquilana di cucina “Scherza col cuoco” e il suo gruppo di iscritti che cureranno la cena di solidarietà.

Torna così, legato indissolubilmente alle sorti della città, quel progetto denominato Mission, Cordata per l’Africa e Amici di San Basilio, i cui ricavati sono stati devoluti a favore della costruzione di un pozzo per l’acqua nel convento delle Celestine nella città di Bangui, nella Repubblica Centrafricana, dove intere comunità di migranti dai conflitti etnici e dalle malattie lasciano i villaggi per cercare rifugio presso le istituzioni dei paesi europei e in quelle religiose come appunto il monastero di San Pietro Celestino, con il suo centro di accoglienza, per curare soprattutto i bambini.

[url”Torna alla Home Eventi”]http://ilcapoluogo.globalist.it/?Loid=154&categoryId=205[/url]