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Sempre meno abruzzesi vanno in vacanza

«Il volto sociale della crisi in Abruzzo è descritto da molti indicatori. Per primo il calo dei consumi, che si riflette, fra l’altro, nel minor numero di persone partite per le ferie». Lo ha detto Angelo Taffo, presidente regionale di Confartigianato Abruzzo, analizzando i primi dati relativi al turismo degli italiani elaborati dal centro studi di Confartigianato Abruzzo su dati Istat. «Il settore turistico ha segnato una flessione del -9,9% già nei primi 4 mesi dell’anno in corso rispetto al 2011. Il risultato – prosegue Taffo – è che anche quest’anno più di un italiano su due (50,7%) non andrà in vacanza a causa della crisi: il dato più preoccupante è che in dieci anni le persone che hanno dichiarato di non andare in vacanza per motivi economici è salito di 5,6 milioni di unità».

Le ragioni che spingono gli italiani a restare a casa, secondo i dati emersi dall’analisi di Confartigianato, sono facilmente rintracciabili nella crescita dei prezzi a doppia cifra per i carburanti con aumento del 12,5%, dei prezzi del trasporto multimodale passeggeri (+15,1%), dei voli nazionali (+10,9%), degli autobus (6,4%) e dei pedaggi e parchimetri (+4,8%). «Aumenti generalizzati e talvolta indiscriminati che vanno considerati con attenzione perché potrebbero prefigurare un cambiamento di ciclo sociale, oltre che economico. In Abruzzo le cose non vanno meglio – conclude il presidente dell’associazione degli artigiani. Nella nostra regione, infatti, la percentuale delle persone che non sono andate in vacanza è più alta del dato nazionale. Inoltre il 67,3% delle persone residenti nella nostra regione già nel 2011 non è andata in vacanza».