Cronaca

Scuola: ‘illegittima reiterazione contratti a termine’

E’ illegittima la reiterazione dei contratti di lavoro a termine nel comparto scuola. E’ quanto ha stabilito il giudice del lavoro presso il tribunale di L’Aquila, Anna Maria Tracanna, che nei giorni scorsi ha condannato il Miur al pagamento di venti mensilità a favore di ciascun precario che avesse stipulato almeno tre contratti annuali a titolo di sanzione per il mancato rispetto da parte dell’amministrazione scolastica della normativa comunitaria.

In tal senso già la Corte di Giustizia Europea ha infatti più volte affermato la nullità del termine apposto ai contratti di lavoro a tempo determinato in quanto contrastanti con molti dei principi che ispirano l’ordinamento dell’Unione europea. La peculiarità di questo contenzioso in relazione al comparto scuola, rispetto agli altri comparti del pubblico impiego, deriva dal fatto che la presenza dei supplenti è nella scuola da sempre istituzionalizzata e pertanto nella scuola la presenza di lavoratori (docenti ed Ata) con contratto di lavoro a termine è elevatissima proprio perchè fisiologica. Il contenzioso, dunque, ha assunto dimensioni ragguardevoli in ragione del fatto che la quasi totalità dei supplenti (docenti ed Ata) della provincia di L’Aquila ha deciso di ricorrere e molto pesanti, dunque, al momento imponderabili, saranno le conseguenze dal punto di vista economico per il Ministero dell’Istruzione.

L’avvocato Nino Ruscitti, del foro di Sulmona, esperto di diritto scolastico e difensore dei ricorrenti dello Snals dichiara: «Esprimo plauso per la sanzione irrogata al Miur per il mancato rispetto della normativa comunitaria giacchè senza tale reazione i dipendenti della scuola avrebbero visto mortificati quei diritti che discendono direttamente dalla normativa dell’Unione. Anche se di certo siamo consapevoli che la questione è ancora lontana da una definitiva soluzione con il Ministero”. A questi fa eco la professoressa Maria Rosaria Lupi, segretario provinciale dello Snals L’Aquila, ossia il sindacato scuola maggioritario in provincia di L’Aquila, la quale prende atto con soddisfazione della sentenza, ma evidenzia che «purtroppo una sentenza risarcitoria non può risolvere il problema del precariato della scuola in Provincia di L’Aquila che è uno dei piu’ drammatici d’Italia soprattutto dopo il terremoto del 2009. Solo che si consideri che nel corso dell’ultimo anno centinaia sono stati i precari in provincia che rispetto agli anni precedenti non hanno ottenuto alcuna nomina».

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