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L’Aquila ultima in Abruzzo per pagamenti delle imprese

Nel primo trimestre 2012 il 42,5% delle imprese è stato puntuale nel saldare i propri fornitori, contro il 36,70% di un anno fa. Nonostante il miglioramento, la città si aggiudica l’ultimo posto in regione. La media regionale è del 44,5%. Le piccole realtà più virtuose delle grandi. L’indagine di CRIBIS D&B, società del gruppo CRIF specializzata nella business information.

Migliora la puntualità nei pagamenti delle imprese in Abruzzo ed anche in provincia dell’Aquila, dove nel primo trimestre 2012 il 42,5% delle imprese ha saldato alla scadenza le fatture ai fornitori, rispetto al 36,70% di un anno fa. Una percentuale che però, complice certamente la particolare situazione di difficoltà venutasi a creare con il terremoto e mai risolta, vale solo l’ultimo posto nella classifica delle province abruzzesi più virtuose. Entrando nel dettaglio, il 49,5% delle imprese dell’Aquila ha saldato le fatture ai propri fornitori entro un mese oltre i termini pattuiti con i partner commerciali, il 4,5% tra i 30 e i 60 giorni di ritardo, il 2% tra i 60 e i 90 giorni, l’1% tra i 90 e i 120 giorni, lo 0,4% oltre il limite dei 120 giorni.

A dirlo è l’analisi di CRIBIS D&B, la società del gruppo CRIF specializzata nella business information, che ha realizzato lo Studio Pagamenti dell’Abruzzo relativo ai primi tre mesi 2012. La perfomance dell’Aquila è inferiore sia alla media regionale (44,5% di imprese virtuose) sia a quella nazionale (46,6%) e la colloca all’ultimo posto nella classifica della puntualità tra le province Abruzzesi. In regione al primo posto si piazza Teramo (45,5%), seguono Chieti (45,3%), Pescara (43,9%), chiude l’Aquila (42,5%).

«Le dinamiche che si riscontrano in Abruzzo sono assimilabili a quelle nazionali, dove nel 2011 i comportamenti di pagamento mostrano un miglioramento rispetto al 2010. Questo però – mette in guardia Marco Preti, amministratore delegato di CRIBIS D&B – è un dato che va letto controluce per comprendere correttamente i fenomeni sottostanti, non tutti positivi. In parte il miglioramento è dovuto al fatto che il ritardo si è ‘istituzionalizzato’, cioè è stato incorporato nei termini di pagamento definiti contrattualmente. Da una survey qualitativa realizzata da CRIBIS D&B nel marzo 2012 su oltre 500 credit manager italiani risulta che oltre il 90% degli intervistati ha ricevuto richieste di aumento dei termini di pagamento e il 62% degli intervistati ha individuato in questo una delle maggiori problematiche che la sua azienda ha dovuto affrontare nell’ultimo anno».