Chiesa intitolata a san Cesidio da Fossa

Mercoledì 4 luglio, dopo 112 anni dal giorno del martirio, san Cesidio Giacomantonio da Fossa diventa finalmente titolare di un luogo di culto all’Aquila: sarà intitolata al santo la cappella feriale presso la nuova chiesa di san Mario. Il rito di benedizione, presieduto da monsignor Molinari, è previsto durante la celebrazione eucaristica delle 17.30.

«Sono passati ormai più di dieci anni – ricorda l’arcidiocesi dell’Aquila attraverso una nota – da quando papa Wojtyla all’interno delle celebrazioni dell’anno santo del duemila ha proclamato santo quello che all’Aquila è famoso come il beato Cesidio da Fossa. Uno di 29 martiri vittime in Cina nei primi giorni del luglio del 1900. Strage ad opera dei famigerati “boxers”, che nel giro di qualche mese uccisero circa 20.000 persone tra cristiani e europei in genere. Angelo Di Giacomantonio, così si chiamava prima di diventare frate francescano minore, nacque il 30 agosto 1873 a Fossa. Il 21 novembre 1981, all’età di 18 anni, nel convento di san Giuliano, vestì il saio francescano col nome di Cesidio, martire della Marsica. Sei anni più tardi venne consacrato sacerdote. Decise di seguire il missionario padre Luigi Sondini e il 22 ottobre del 1899 partirono alla volta della Cina. Dopo un viaggio durato quattro mesi e sei giorni, la missione francescana arrivò a destinazione, nella regione orientale della Cina, per la cura di una comunità composta da 500 battezzati. Rimasto in contatto epistolare con i suoi familiari, dichiarò apertamente che la situazione sociale e politica era critica e che se avesse dovuto perdere la vita per la fede, lo avrebbe accettato come un premio di Dio per lui. Il 4 luglio cominciarono gli assalti alla missione. Mentre fuori un gruppo di facinorosi gridava: “[i]Morte agli europei![/i]”, il giovane missionario fossolano, temendo che l’Eucarestia fosse profanata, andò in cappella a consumare le particole consacrate; dopodiché venne aggredito a colpi di lance e bastoni e, agonizzante, fu avvolto in un panno imbevuto di petrolio e dato alle fiamme. Così morì il giovanissimo missionario di Fossa, non ancora ventisettenne, martire dell’Eucarestia.

Modello per le giovani generazioni, divenne uno dei giovani testimoni della fede all’indimenticabile giornata mondiale della gioventù del 2000 a Roma. Qualche mese dopo, il 5 gennaio 2001, durante la celebrazione di chiusura del giubileo, il nostro vescovo Giuseppe Molinari ha richiamato questo nostro santo dicendo: “[i]Venendo ai nostri tempi, non possiamo non ricordare san Cesidio da Fossa, figlio della nostra terra, giovane ardente e generoso, per la sua fede e il suo amore a Gesù Cristo[/i]”. Ha poi aggiunto: “[i]E perché il ricordo di questo martire rimanga vivo nel cuore di tutti, soprattutto per i nostri giovani, abbiamo pensato di aggiungere il suo nome alla erigenda parrocchia di san Mario alla Torretta che, d’ora in poi, chiameremo parrocchia dei santi Mario e Cesidio martiri[/i]”.

Certo, allora non veniva posta ancora la prima pietra della chiesa di san Mario, così come poi si è scoperto che è difficile cambiare il titolo ad una parrocchia. Ma nel giorno della consacrazione della nuova chiesa della Torretta, l’otto dicembre scorso don Oreste Stincone ha fatto dono di una rara reliquia dalle ossa di san Cesidio. Possa questa cappella diventare luogo di preghiera perché tanti giovani si innamorino di Cristo, proprio come ha fatto lui».

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