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S. Bernardino, la volta torna a brillare

Dopo tre secoli, per la prima volta questa mattina è stato possibile ammirare il soffitto ligneo restaurato visto così da vicino solo dal suo creatore, Ferdinando Mosca da Pescocostanzo che lo intagliò e lo dipinse nel primo quarto del 1700, dopo il sisma del 1703.

Con una certa emozione la soprintendente Lucia Arbace ha annunciato che il restauro ha restituito all’opera, che occupa oltre 500 metri quadrati, la sua intonazione cromatica originaria. Riscoperto, infatti, il fondo azzurro, che era stato occultato da un verde in un rimaneggiamento successivo. Poi una curiosità: al centro del soffitto, all’interno del monogramma bernardiniano, analizzando il materiale utilizzato, i restauratori si sono accorti che per l’effetto di decorazione  a rilievo ([i]texture[/i]), Ferdinando da Pescocostanzo utilizzò i ceci di Navelli

Insomma oltre alle tre tele di Girolamo Cenatiempo, che non hanno avuto bisogno di restauro, nel soffitto sono incastonati anche decine di ceci di Navelli di oltre tre secoli. Il soffitto ligneo è totalmente decorato da foglie d’oro zecchino a 23 carati e tre quarti, come spiegato dalla direttrice dei Lavori Letizia Orsatti. I lavori sono andati avanti per quasi un anno e hanno avuto un costo di 300 mila euro finanziati dalla fondazione Carispaq che ha adottato anche il restauro della chiesetta della Madonna Fore che sarà inaugurata il 7 luglio prossimo.

La soprintendente ha spiegato che la Bsae ha in corso anche il cantiere della cappella gotica (unica parte superstite dell’originario impianto quattrocentesco della basilica) con un fondo di 100 mila euro. La Arbace ha parlato della necessità di valorizzare le opere presenti all’interno dell’edificio di culto una volta riaperto al pubblico. L’assessore comunale alla Cultura Stefania Pezzopane ha proposto che in futuro gli aquilani possano vedere da vicino il soffitto “gioiello” grazie alla realizzazione di una camminamento in sicurezza all’altezza di 20 metri. Da oggi il prezioso soffitto invece sarà di nuovo nascosto da un velo di tessuto non tessuto che lo preserverà durante i lavori di ristrutturazione architettonica della basilica. Anche questa ulteriore spesa è a carico della Fondazione Carispaq come annunciato dal presidente Roberto Marotta.

Il 4 luglio prossimo saranno aperte le buste per l’affidamento dei lavori che avranno una durata di due anni. Poi finalmente la chiesa sarà restituita  alla città.

A.Cal.